Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sindaco e Fai insistono: «Ex carcere subito aperto»

Fonte: L'Unione Sarda
23 dicembre 2014


BUONCAMMINO. Affollato dibattito sul futuro del grande edificio

 



Albergo e polo studentesco sono le ipotesi più gettonate. Archiviato il passato col trasferimento a Uta, il futuro di Buoncammino è tutto da scrivere. Il sindaco Massimo Zedda preme per l'apertura: «Dobbiamo impedire che diventi l'ennesimo sito abbandonato. Propongo di renderlo fruibile immediatamente in attesa di decidere le sorti definitive». Il tossicologo Gianluigi Gessa mette le mani avanti: «Niente Mac Donald né hotel a cinque o a una stella. La soluzione ideale è realizzare un museo della giustizia».
Il Fai, Fondo ambiente italiano, dà inizio a un percorso di progettazione partecipata per decidere le sorti dell'ex carcere. Interventi concisi, cinque minuti a testa, introduce l'appuntamento la presidente regionale Maria Antonietta Mongiu: «Dobbiamo essere ambiziosi, si tratta di riprogettare la città, come Fai siamo disponibili ad aprirlo in primavera». Il dibattito è aperto. Gesualdo Gorini, pensionato, sogna un «centro sociale, completamente autonomo, con market, asilo e impianti sportivi», Ignazio Cirronis, agricoltore biologico, pensa alla «sede della nuova economia, ovviamente sostenibile».
Il microfono passa a Luca Santus: «Credo che la scelta migliore sia utilizzare la struttura come polo universitario. Con biblioteca, aule, e stanze per i fuorisede». Giulia Meda, storica, gli dà man forte: «La nostra università ha carenza di spazi, la posizione sarebbe ottimale». Francesca Serra, presidente dell'associazione Athena, ha altre idee: «Si potrebbe utilizzare come spazio che accolga un grande centro culturale». Giorgio Saba, architetto, non ha dubbi: «Non può che diventare un albergo di lusso. Non vedo altre soluzioni possibili». La sua collega Paola Mura volge lo sguardo altrove: «Dovremmo prendere come modello le murate di Firenze». Paolo Scarpellini, Legambiente, punta su «un polo classico. L'idea dell'hotel mi sembra forzata». Clara Murtas ritira in ballo la cultura: «Sarebbe interessante dar vita a un centro studi intitolato a Gramsci».
Andrea Coinu va controcorrente: «L'albergo mi inquieta, e anche il pensiero di creare un'area per gli studenti. Ciò di cui sono certo è che non si può stravolgere l'edificio». Chiude Graziano Milia, ex presidente della Provincia e responsabile dell'area comunicazione del Banco di Sardegna: «Prima di tutto dobbiamo convincere l'amministrazione carceraria a liberare gli spazi».
Sara Marci