Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Gualazzi oggi a “Rocce Rosse Blues”

Fonte: La Nuova Sardegna
19 dicembre 2014

Il concerto del pianista e del suo quintetto al teatro del Conservatorio di Cagliari


di Andrea Musio

CAGLIARI «Se dovessero chiedermi cosa mi lega alla Sardegna non saprei cosa dire. E’ un sentimento legato a sensazioni che non riesco a collegare. Un sentimento di libertà e fierezza, profondo rispetto per la tradizione che ho coltivato sin da bambino quando, con i miei genitori venivo in vacanza nella vostra isola per lunghi periodi». Raphael Gualazzi parla della Sardegna, della sua musica e del concerto che porterà dal vivo nel capoluogo regionale oggi dalle 21,30 al Teatro del Conservatorio Pierluigi da Palestrina per la sessione invernale del festival Rocce Rosse & Blues. «Quando quest’estate mi è stato chiesto di partecipare al concerto per la raccolta fondi a favore delle zone alluvionate, non ho esitato un secondo, ho dato subito per certa la mia presenza. Per me la Sardegna è uno dei posti più belli d’Italia ed in un certo qual modo la sento anche mia». Gualazzi torna con la band al completo, o quasi. «Per motivi logistici non ci sarà la band di dieci elementi ma sarò accompagnato da un quintetto. Per certi versi, ed in alcune occasioni – spiega l’autore del celebre brano sanremese “Sarò Sarai” – Mi piace di più suonare con la formazione ridotta. C’è più possibilità di spaziare tra i generi, più interplay fra i musicisti e naturalmente più spazio per l’improvvisazione. Tutto questo, con la formazione ufficiale è quasi impossibile. Rispetto al concerto in solo, invece, il repertorio è più legato al disco. C’è più groove e suoni più complessi che da solo col piano non renderebbero» Un successo crescente per il pianista e cantante originario di Urbino che si estende fin oltre le Alpi anche grazie alla partecipazione a due Festival di Sanremo oltre alle ben note capacità compositive ed esecutive. «Mi ritengo molto fortunato – prosegue Gualazzi – di poter portare la mia musica al di fuori del territorio nazionale. Ho sempre sognato di poter viaggiare con il mio gruppo e la mia musica. I concerti all’estero sono sempre un grande arricchimento. In termini di risposta del pubblico, il risultato è sempre positivo. In Italia è più semplice. All’estero vengono ai miei concerti molti italiani ma anche persone del posto che hanno avuto modo di ascoltarmi in altre occasioni, o semplicemente nuovi spettatori. La musica italiana, o in generale i musicisti italiani, sono persone ricche di spirito creativo, spirito di adattamento a differenti culture anche se ritengo che noi non siamo poi un popolo vero e proprio». Nella musica di Gualazzi si riconoscono diversi stili, frutto di una crescita artistica iniziata sin da poco più che adolescente. Dal soul al blues, le sonorità caraibiche ed una costante: il jazz. «Questo tipo di musica – conferma – c’è e ci sarà sempre. Il Jazz non mi abbandona ed io non lo abbandono anche se spesso è difficile per via della struttura delle canzoni. Dal vivo posso esprimermi ancora meglio perché i brani non sono mai uguali al cd ma vengono riscritti e, di conseguenza riletti a seconda dell’ispirazione, come nel brano “Seventy days of love”, che naturalmente suoneremo anche a Cagliari».