Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Un uomo tra gli uomini

Fonte: L'Unione Sarda
15 dicembre 2014


Teatro La più intensa tragedia di Shakespeare sul palco cagliaritano del Massimo

Michele Placido è uno struggente “Re Lear”


L e macerie sono già sul palco, quando inizia la tragedia di “Re Lear”. Racconto, firmato William Shakespeare, di animi nobili votati al sacrificio e di satanici orditori d'inganni. Nessun diaframma, al debutto al Massimo di Cagliari, tra i personaggi e gli spettatori. Cavi, fari, tutte le strutture, di solito celate, della macchina scenica fanno parte dello spettacolo proposto dalla CeDac in collaborazione con Ghione Produzioni e Estate Teatrale Veronese. Una grande corona arrugginita e copertoni, manichini mozzati, teste di moro bendate, intorno al protagonista Michele Placido, monarca spettinato che spezzando il suo regno spezza la sua stessa vita.
Tre ore di narrazione, per un testo celeberrimo che mette a nudo la fragilità umana e il labile confine tra senno e follia. Tre, sono le parole ricorrenti: morte, vecchiaia, onore. Nella regia di Michele Placido (anche traduttore, con Marica Gungui) e Francesco Manetti, le epoche storiche vengono miscelate e perdono qualsiasi connotazione. Scelta sottolineata dai costumi di Daniele Gelsi con abiti quasi elisabettiani sostituiti via via dal cuoio e dalle borchie nonché dalle mise sado maso delle stridule sorelle Goneril (Marta Nuti) e Regan (Maria Chiara Augenti. Ovvero le care figliole, ben maritate, come conviene al loro rango, ai duchi di Albania e Borgogna, molto diverse dalla più giovane e sincera, e peraltro assai energica, Cordelia impersonata da Federica Vincenti.
È una notte di bufera, quella in cui i destini e i ruoli si capovolgono. E ne approfitta Edmond - un bravissimo Giulio Forges Davanzati - figlio bastardo di Gloucester, per costringere alla fuga il fratellastro Edgar, un altrettanto valente Francesco Bonomo. In tempi di eclissi di sole e di luna, meglio si seminano intrighi e delitti. Nella sua precoce demenza, il Re che viene privato dai suoi cento cavalieri e dal diritto di esercitare il potere, viene soccorso da pazzi e mendichi. A dirgli il vero sulle anime nere delle figlie è un pazzo ufficiale, ossia il Matto di corte cui dà voce e corpo in redigote rossa e bermuda mimetici un ottimo Brenno Placido. Si finge un poveraccio venuto da chissà dove il generoso conte di Kent (un autorevole Francesco Biscione) e si rifugia in una capanna e si nasconde nella foresta il potente Gloucester ormai cieco, interpretato con forza dolente da Gigi Angelillo.
Alessandra Menesini