Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Il mio progetto? Boicottato»

Fonte: L'Unione Sarda
15 dicembre 2014


IL TERMINAL SENZA NAVI. Secondo Bucarelli non ha senso portare le crociere al Rinascita

 

Parla l'ingegnere che propose un “hub” nel molo Ichnusa

 



Fine anni Novanta. Al molo Rinascita Cagliari arriva la prima nave da crociera. Sotto bordo, nel comitato di accoglienza, c'è un po' della Cagliari che conta. Passati e futuri sindaci, politici, imprenditori. Tra loro anche l'ingegnere Carlo Bucarelli, oggi 61enne, esperto in progettazione di aeroporti (l'attuale scalo di Elmas è opera sua) e inguaribile visionario. «Ricordo che eravamo tutti entusiasti, così mi rivolsi a Emilio Floris, che poi sarebbe diventato sindaco, dicendogli: ma perché non facciamo un “hub” per le navi da crociera? Proviamoci, facciamo uscire Cagliari dal terzo mondo e proiettiamola nel terzo millennio».
Detto fatto. Bucarelli mise in moto il suo studio ingegneristico, fondò una società - la Tcc (Terminal Crociere Cagliari) a cui aderirono vari imprenditori e il Ctm - e nel giro di pochi mesi il progetto fu ultimato. «Disegnai il Terminal sul molo Ichnusa, perché un terminal deve essere fatto alle porte della città. E vale anche oggi: farlo al molo Rinascita non ha senso, quando attraccò la prima nave c'erano cumuli di rifiuti ovunque e ancora oggi i turisti che sbarcano non sanno dove andare, perché escono nella parte industriale del porto, in mezzo al traffico e in una zona semi periferica».
Ma al molo Ichnusa non si può fare, il fondale è troppo basso, ormai se ne sono accorti tutti.
«Macché, avevamo valutato anche questo aspetto. Il fondale era di 8 metri e andava portato a 12. Era indispensabile rinforzare la banchina, operazione che avevamo fatto l'anno prima a Tortolì, attraverso la realizzazione di una palificata. Il terminal invece era magnifico: assomigliava all'aerostazione di Elmas e si sviluppava su cinque piani, con auditorium da 300 posti e un parcheggio multipiano. Verso via Roma doveva sorgere una torre di 30 piani, con albergo a cinque stelle, uffici e in sommità la base di controllo dell'Autorità portuale, attraverso la quale avrebbe potuto monitorare il traffico marittimo. Prevedemmo anche un eliporto per gli elicotteri di soccorso e privati.
A occhio un po' caro o no?
«L'investimento era di 120 miliardi di lire, però avevamo già un accordo con una compagnia canadese che era interessato a prendere in gestione il Terminal e che avrebbe finanziato l'intera opera con la formula del project financing. Avevamo già incontrato anche i rappresentanti della Walt Disney, che era interessata a realizzare lì la base sul Mediterraneo per la propria nave».
Cioè il pubblico non avrebbe dovuto sborsare una lira?
«Esatto. Il progetto era importantissimo, all'epoca in Italia non c'erano molti porti attrezzati, Cagliari avrebbe avuto il suo “hub”, cioè uno scalo non sono solo di passaggio ma da dove le navi partono stabilmente, che è l'unico modo per avere delle ricadute economiche sul territorio».
Bello, ma che fine ha fatto il suo progetto?
«Lo presentai all'allora presidente dell'Autorità portuale, il professore Italo Ferrari, che lo trovò magnifico. Però poi aggiunse: cerca di farlo digerire anche in via Roma».
Dove andò di traverso a qualcuno?
«Proprio così. Il sindaco era Mariano Delogu, ma non fu lui ad affossarlo. Ci furono resistenze a vari livelli, per interessi di bottega o di piccole consorterie politiche, come succede spesso, per non dire sempre, in questa città. Alla fine non se ne fece nulla».
Oggi si è tornati al molo Rinascita: pare che lo scalo per le crociere lo faranno lì. Che ne pensa?
«Un'assurdità. È il punto più sbagliato e non servirà a nulla. Senza considerare che in questi 15 anni sono nati altri 50 porti per cui non recupereremo mai più il tempo perso».
Il treno, anzi la nave, è passata?
«Già. E purtroppo non tornerà più».
Massimo Ledda


Interrogazione

Consiglio:
comunale
«Intervenga
il sindaco»

«Una vicenda scandalosa» che danneggia l'immagine della città. Il sindaco deve avviare «un immediato confronto con l'Autorità portuale per individuare, ai sensi della gara espletata e nel rispetto dell'inchiesta penale in corso, un gestore per il terminal e garantirne una rapida apertura in chiave turistica». A chiederlo, con un ordine del giorno, sono il capogruppo della Base, Claudio Cugusi, e quello del Pd, Davide Carta.
I due esponenti della maggioranza che sostiene Massimo Zedda affermano che «è compito del Consiglio tutelare l'immagine della città, soprattutto davanti a vicende scandalose come questa. Il terminal, mai utilizzato, è costato molti soldi pubblici. «I promotori della sua realizzazione ora negano che si trattasse di un terminal per navi da crociera e affermano che si trattasse di un centro polifunzionale, anche se la cronaca ha raccontato le gare d'appalto indette per aumentare il fondale e permettere l'approdo dei colossi carichi di turisti».