Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Scarcerate arte e cultura»

Fonte: L'Unione Sarda
11 dicembre 2014


Il futuro del penitenziario sul colle secondo il leader della compagnia Lapola

 

Max Medda: Buoncammino diventi un luogo d'incontro

 



«In quel periodo avevano arrestato alcuni bravi giocatori di calcetto: nelle due partite che abbiamo giocato contro i detenuti, anche se con noi c'era Gianfranco Zola, ci avevano pestati. Se un avversario ci dava un calcio su uno stinco, ce lo tenevamo senza fiatare e quasi ringraziavamo». Massimiliano Medda, notissimo leader dei Lapola, conosce il carcere, anzi, l'ex carcere, ora monumento della storia e incertezza del futuro. La doppia sconfitta a calcetto è l'unica concessione al ruolo di comico, perché posti come Buoncammino fanno passare la voglia di scherzare: «Io avvertivo il carico di sofferenza che c'era lì dentro semplicemente passandoci davanti: era un'angoscia con vista panoramica».
Lei l'ha visitato.
«Sì, i Lapola dovevano fare uno spettacolo per i reclusi, poi annullato a causa del suicidio di uno di loro: uno dei troppi che hanno reso Buoncammino un luogo ancor più terribile».
Quale fotografia è impressa nei suoi ricordi?
«Ho un'immagine precisa, che mi torna in mente spesso: attraversavo un corridoio, sui lati c'erano le celle e vedevo decine di braccia spuntare dalle sbarre. So che in un carcere è routine ma a me, del mondo di fuori, ha turbato. Detto questo, avevo visto anche San Sebastiano a Sassari, e non c'era paragone: Buoncammino era molto meglio».
È un pezzo di città.
«Sono d'accordo, sia dal punto di vista storico sia da quello architettonico. Io sono della Marina, ne ho visti tanti finire lì. Allora, eravamo ragazzini, era un disonore, un marchio d'infamia. I nostri padri ci ammonivano: “ No ri scimprisi, sinunca d'accabbasa a Buoncamminu ”» . Ora in carcere vanno i politici, è cambiata la clientela».
Che farne, di Buoncammino?
«So che la questione è complessa, per via dei vincoli all'edificio e dei costi di mantenimento. Io farei più di una cosa, a partire da quelle legate al carcere».
Intende un museo?
«Certo, un museo del carcere, considerato che parliamo di un luogo storico, ma anche altre attività nelle quali far lavorare i detenuti. Insomma, Buoncammino potrebbe avere l'occasione di fare finalmente quel che avrebbe sempre dovuto fare, cioè la rieducazione di chi ha commesso errori».
È gigantesco.
«Certo, infatti sono necessarie altre iniziative. Io sono un uomo di spettacolo, quindi è ovvio che secondo me i grandi spazi all'aperto che ci sono potrebbero essere utilizzati per spettacoli, cinema all'aperto, iniziative culturali da ospitare anche all'interno dell'edificio. Sì, lo so che alla Manifattura tabacchi non si è riusciti a farne un luogo di Cagliari, ma questa è una ragione in più, non in meno, per provarci con Buoncammino».
Un ex luogo terribile restituito alla città?
«Non ci sono alternative: quello si deve fare. Mostre-mercato, una parte destinata a museo con i manichini dei detenuti nelle celle, considerato che i cagliaritani sono curiosi di quel luogo che potevi vedere solo se ti arrestavano. Buoncammino potrebbe ospitare le sedi delle associazioni di volontariato e culturali, percorsi artistici, spazi per la musica. Non ha rieducato i detenuti, ma potrebbe educare i cagliaritani. E poi, quel luogo ha bisogno di una radicale bonifica, perché è altamente inquinato dalla sofferenza».
Luigi Almiento


Il comico-regista simbolo della Marina

 


Nato cinquant'anni e poche settimane fa a Cagliari (« a sa Marina », precisa), Massimiliano Medda è fondatore, autore, regista e attore della compagnia Lapola (è l'antico nome del quartiere), nata negli anni Ottanta nell'oratorio di Sant'Eulalia. Ausiliario al “Brotzu” per molti anni, ora lavora in un ufficio nella direzione sanitaria e non ha mai pensato di lasciare l'impiego.
Per molti anni, dove c'era Max Medda c'erano i Lapola (i fratelli Massimiliano e Stefano Lorrai, Marco Camboni, Daniele Gastaldi, Francesco Ghiani e Sandro Murtas con gli innesti di Alessandro Pili e altri comici scoperti da Medda). Il primo successo teatrale nel 1990: “Speriamo che venga qualcuno”.
Col tempo, Medda ha affiancato al lavoro con la compagnia teatrale una propria attività da “solista”, ad esempio come voce narrante in “Pierino e il lupo” al Teatro lirico e in molti altri progetti.
Dal 1996, con i Lapola, realizza le trasmissioni più seguite del palinsesto di Videolina. (l. a.)