Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

No del Tar all'edificio di culto per i Testimoni di Geova

Fonte: L'Unione Sarda
3 novembre 2014

Anche il Comune aveva bocciato la richiesta per una chiesa vicino a via Machiavelli

 

Dopo il rifiuto del Comune, arriva la bocciatura del Tar. I giudici del Tribunale amministrativo sardo hanno respinto il ricorso presentato dai Testimoni di Geova che da anni chiedono all'amministrazione comunale la concessione di un terreno pubblico nel quale poter costruire la propria chiesa.
In particolare, la richiesta riguarda un'area nella zona di via Machiavelli che la congregazione cristiana dei Testimoni di Geova aveva chiesto al Comune di Cagliari per potervi costruire un edificio di culto. Ma la richiesta era stata respinta dal dirigente comunale del servizio Gestione patrimonio ed espropriazioni.
La seconda sezione del Tar, presieduta dal giudice Francesco Scano (a latere Alessandro Maggio e Tito Aru) ha dato ragione al Comune, rappresentato dall'avvocato Francesca Frau.
I nove punti per i quali il ricorso è stato giudicato inammissibile vengono illustrati nella sentenza. Tutto ruota attorno a una premessa: la Congregazione dei Testimoni di Geova (rappresentata dai legali Carlo Augusto Melis e Guendalina Garau) si era rivolta ai giudici amministrativi in persona di Augusto Mavilie, il quale si sarebbe qualificato come rappresentante legale della Congregazione illegittimamente. Mavilie, invece - si legge nel documento - «è rappresentante di un diverso soggetto giuridico, ovvero l'Associazione dei Testimoni di Geova di Cagliari». In poche parole, si tratta del rappresentante dei Testimoni di Geova locale. Mentre quello della Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova al Tribunale risulta essere un altro, ovvero Walter Farneti.
I giudici, inoltre, spiegano che nell'udienza del 5 febbraio scorso avevano sollecitato Mavilie a fornire una prova della propria legittimazione a rappresentare la Congregazione, ma questa «non è stata data». Per questo motivo il ricorso è stato dichiarato inammissibile e la costruzione della Sala del Regno, in assenza di alternative, dovrà ancora attendere.
Veronica Nedrini