VIALE DIAZ. Marciapiede rotto, disabile gira un video e lancia un appello al Comune
«Spero che il Comune accolga il mio appello: pensate ai disabili». Kai Sirrmacher è un paziente che tre volte alla settimana deve percorrere il tragitto da un centro di fisioterapia che si trova in viale Diaz alla vicina piscina della Rari Nantes. Sono circa duecento metri di distanza, ma è costretto a farli contromano e in mezzo alla strada a bordo della sua sedia a rotelle.
«È assurdo che davanti a un centro di fisioterapia frequentato da pazienti con gravi problemi neurologici e muscolari la strada e il marciapiede siano in quelle condizioni», denuncia, «ma siccome le parole non sempre rendono in modo adeguato la gravità delle situazioni, ho pensato di registrare un video per mostrare a tutti, ma soprattutto all'amministrazione comunale, le difficoltà che bisogna affrontare». La scelta di affidarsi a YouTube e alle condivisioni sui social network è stata azzeccata e le immagini di Kai hanno subito attirato l'attenzione e in pochi giorni il video ha superato le mille visualizzazioni.
Nelle immagini si vede Sirrmacher lasciare il centro di viale Diaz, a pochi passi dall'incrocio con via Caboto e via Ancona, costretto a percorrere la corsia del bus contromano per l'inagibilità del marciapiede e l'assenza di scivoli all'altezza delle strisce pedonali. Arrivato al semaforo Kai svolta in via Caboto ma neanche lì può salire sul marciapiede e la percorre in mezzo al traffico fino all'incrocio con viale Colombo dove cammina assieme alle auto fino a raggiungere il centro della carreggiata, ma lì l'aiuola lascia pochi centimetri liberi alle strisce pedonali. Una volta arrivato in mezzo Kai aspetta che arrivi il turno giusto dei semafori, con le auto che sfrecciano in entrambi i sensi di marcia, poi raggiunge il lato della pineta di Su Siccu, a pochi passi dalla piscina Rari Nantes e lancia il suo appello all'amministrazione comunale. «Vi chiedo gentilmente: pensate ai disabili. Io sono anche abbastanza mobile, ma ci sono tante persone messe peggio che hanno molti problemi a muoversi in città».
Marcello Zasso