Rassegna Stampa

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Commercio a picco, chiusi quasi 300 negozi nel 2014

Fonte: web cagliaripad.it
7 ottobre 2014

 

 


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Ancora crisi per il commercio a Cagliari e provincia. Lo confermano gli ultimi dati sull'andamento delle aperture-chiusura delle attività con sede fissa, relativi ai primi otto mesi del 2014.
Per il commercio al dettaglio il saldo è negativo e pesante: - 292. Un risultato che si ottiene confrontando le nuove iscrizioni, 167, con le cessazioni, 459. "Se si considera inoltre - spiega la Confesercenti - che il totale in Sardegna è pari a -591, si capisce subito che quasi il 50% del saldo negativo nasce dalla vecchia provincia di Cagliari. Un dato allarmante, che riguarda in modo particolare le attività non alimentari e non specializzate, ma ancora di più lo è perché ormai da diversi anni questi dati sono in caduta libera, senza che si riesca a porre freno a questa situazione".
Non se la passano meglio i pubblici esercizi (bar e ristoranti): il risultato negativo fra iscrizioni e cancellazioni è pari a - 54 unità, delle quali - 26 nei tre capoluoghi di provincia (Cagliari, Sulcis Iglesiente e Medio Campidano). Rapportando questo dato a quello sardo (- 78 unità) la vecchia provincia di Cagliari addirittura ha un saldo negativo che tocca quasi il 65% del totale.
Il commercio su area pubblica invece, come da un po' di tempo a questa parte, sembra l'unico comparto del commercio che fa registrare andamenti incoraggianti. Il saldo è positivo: più 29.
"Ma, a parte questo piccolo passo in avanti del commercio su area pubblica - conclude la Confesercenti - purtroppo dobbiamo continuare a registrare continui cali della popolazione delle imprese commerciali in Sardegna e nella nostra provincia. È una situazione devastante che produce impoverimento del territorio, disoccupazione (sia per gli imprenditori che per i collaboratori dipendenti) e che la nostra classe politica deve affrontare quanto prima per trovare soluzioni che diano finalmente impulso e rinnovamento a una categoria che ormai da troppi anni patisce nel silenzio generale una crisi che sembra non avere fine".