L'ESPERTO. Stamattina alle 12 all'ExMa' la lectio magistralis di Gustavo Pietropolli Charmet
E dipo era un bambino casalingo e mammone. Narciso è un cucciolo d'oro, che sa di essere unico e speciale. Edipo, l'adolescente di una volta, lottava con i sensi di colpa, Narciso si vergogna di sé. Nel cambiamento dei modelli educativi avvenuto negli ultimi decenni, secondo lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, uno dei massimi esperti di psicologia dell'età evolutiva, autore di svariate pubblicazioni, gli adolescenti di oggi sono dei fragili guerrieri che realizzano se stessi nel successo e nella visibilità sociale.
Ospite di Tuttestorie, lo psicanalista e direttore scientifico del Festival della Mente di Sarzana, terrà oggi una lectio magistralis su “Il nuovo corpo in adolescenza” (ExMa'sala Zizù, ore 12).
Insieme fragili e spavaldi, così definisce l'adolescente di oggi, che cosa intende?
«I ragazzi di oggi, perlopiù figli unici, sono bambini attesi, amati e valorizzati. Le aspettative della famiglia nei loro confronti sono alte. Questo, se da una parte li aiuta ad avere una buona autostima, dall'altra li espone alla frustrazione di non riuscire a mantenere un'immagine di sé così elevata. Le delusioni e i fallimenti nell'incontro con la realtà sono inevitabili».
Come affrontano queste difficoltà?
«In alcuni casi, per compensare questa fragilità narcisistica ricorrono alla spavalderia, compiono gesti pericolosi, disconoscono l'autorità degli adulti, fanno paura agli altri per negare le proprie. In altri casi, non riescono a fronteggiare le frustrazioni e rimangono feriti, si sentono inadeguati».
Che cosa li spaventa?
«Li spaventa non essere riconosciuti dagli altri, o apprezzati, non avere successo sociale. Rispetto agli anni passati il successo scolastico, o sportivo o anche la ricchezza, non sono valori fondamentali. La competizione, molto elevata, si gioca più sul piano dell'estetica, della bellezza, della capacità di essere seducenti, affascinanti, dell'avere molti amici».
Per gli adolescenti essere inadeguati vuol dire essere brutti?
«Può accadere che se pensano di non essere affascinanti sviluppino la fantasia di essere brutti, allora colpevolizzano il proprio corpo, attribuendogli la responsabilità dell'insuccesso sociale. Lo mortificano con un uso eccessivo della palestra, il rifiuto del cibo, l'autolesionismo».
Gli adulti come possono aiutare i ragazzi?
«Innanzitutto imparando a conoscerli e a capirli. Ad accettare che sono diversi. Soprattutto evitando di assegnare etichette».
Franca Rita Porcu