Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tecnocasic in rosso

Fonte: L'Unione Sarda
29 agosto 2014


L'azienda di smaltimento rifiuti è terza in Italia tra quelle in perdita

 

L'accusa del commissario alla “spending review”

 

Un patrimonio di poco superiore al milione di euro, un reddito in rosso per 4 milioni e 640 mila euro e un indice di efficienza finanziaria (cioè il valore dei profitti o delle perdite per ogni euro di capitale investito) pari al 454,54 per cento con davanti il segno meno. Sono i numeri che inquadrano come società in perdita, dunque non redditizia, la Tecnocasic spa, società di Macchiareddu che si occupa dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani e industriali e del trattamento delle acque reflue urbane e domestiche di trenta Comuni dell'area vasta. Nei suoi forni confluiscono 130 mila tonnellate di spazzatura all'anno.
È quanto emerso dalla relazione di Carlo Cottarelli, il commissario alla così detta “Spending Review” (la revisione della spesa pubblica), al termine del controllo a livello nazionale di 5.264 società partecipate da enti locali. Ben 1.424 hanno un rendimento negativo e non poche sono sarde: diverse decine in una divisione che ha tenuto conto del valore patrimoniale di ogni azienda (da 10 mila a centomila euro, da 100 mila a un milione, oltre un milione). Tra le peggiori, limitando la verifica al capoluogo, sono presenti la “Janna Scrl” di Sa Illetta, che si occupa di «costruzione e gestione rete telematica con fibre ottiche tra Sardegna e Continente» e ha un rosso di un milione 271.382 euro con un “Roe” negativo - l'indice di efficienza - del 10,03 per cento; la “Società ippica srl”, con un patrimonio di un milione e 333.793 euro, un rosso di 212.704 euro e un indice negativo del 15,95 per cento; Abbanoa, un patrimonio di 91 milioni 431.978 euro, un passivo di 14,4 milioni di euro e un indice negativo del 15,78 per cento; la Tecnocasic, che sarebbe addirittura tra le peggiori tre in Italia, non per l'ampiezza del disavanzo ma per il rapporto negativo tra investimenti e risultati. Prima ci sono solo la “Gestione agroalimentare molisana” (14,6 milioni di rosso e un indice negativo del 691,92 per cento) e la “società per la trasformazione del territorio” di Parma (un buco di 27,91 milioni e una percentuale col segno meno pari al 488,24 per cento).
Tuttavia sono dati da utilizzare con prudenza, come spiegato nello stesso documento di revisione della spesa: «Il risultato di un singolo anno può essere influenzato da eventi straordinari. Da un singolo indice non si possono trarre conclusioni definitive sulla efficienza delle partecipate». Va considerato inoltre che i numeri di cui si è parlato fanno riferimento al bilancio del 2012 quando la Tecnocasic, 250 dipendenti e un giro di affari superiore a 60 milioni di euro, aveva registrato quel buco da 4,6 milioni per «la generale riduzione del volume di rifiuti trattati», avevano spiegato i vertici aziendali (l'amministratore è Oscar Serci). Un calo legato alla «vetustà degli impianti» e ai conseguenti «blocchi produttivi» che non avevano consentito «di smaltire con continuità» la spazzatura in arrivo «dalla provincia di Carbonia Iglesias e dal Medio Campidano». Nei due anni precedenti l'utile aveva toccato i 61.603 e i 26.385 euro, nel 2013 i 420.331 euro. Il 2014 potrebbe chiudersi sopra il milione.
Non solo. Lo studio di Cottarelli si riferisce a società partecipate da enti locali e la Tecnocasic è posseduta al 100 per cento dal Cacip, il Consorzio industriale della provincia a sua volta partecipato al 30 per cento dal Comune di Cagliari. Però l'amministrazione cittadina per far parte del Tecnocasic deve prima ottenere il via libera a maggioranza assoluta del Consiglio comunale, i cui membri devono anche accettarne lo statuto. E questo ancora non è avvenuto.
Andrea Manunza