Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I chioschi sul lungomare soffrono la concorrenza dei locali quartesi Poetto, deserto notturno: nient

Fonte: L'Unione Sarda
19 agosto 2014

 


Guadagnano di giorno, i gestori dei chioschi al Poetto cagliaritano. Ma la notte no. Invece sul versante quartese si lavora bene anche dopo il tramonto, quando a Cagliari - stessa spiaggia, stesso mare - i clienti sono sparuti. «Di diverso c'è soltanto chi amministra, cioè i Comuni», si amareggiano i gestori davanti al “tutto vuoto” notturno, ma qualcuno ammette che c'è anche un'altra differenza: sul lato del Capoluogo davanti alla spiaggia ci sono le case, quindi la musica dal vivo impone amplificatori regolati al minimo, mentre sul lato quartese i watt sono in libera uscita.
L'INTERROGAZIONE Non basta, per spiegare il deserto notturno nei chioschi cagliaritani, a fronte del buon afflusso nel Comune a fianco. «C'è un altro problema», tuona Giuseppe Farris, consigliere comunale di Forza Italia: con i colleghi di partito Maurizio Porcelli, Stefano Schirru, Anselmo Piras e con Aurelio Lai (Ancora per Cagliari) ha presentato un'interrogazione: «La Giunta Zedda punta solo sul centro storico offrendo musica, iniziative, serate di commercio fino a mezzanotte», sbuffa Farris, «e trascura il Poetto».
RISTORAZIONE Scava scava, alla fine qualche particolare in più per capire il perché dei due “Poetti” - uno frequentato la notte, l'altro no - viene fuori. «Ad esempio», scandisce Alessandro Ticca, titolare di “Otium”, «i colleghi quartesi possono cucinare, noi no. Significa che la pasta al pomodoro fresco o una bistecca a Quartu, sul lato cagliaritano diventano un primo piatto industriale che scongeliamo al microonde. Volete mettere?».
I CONCORRENTI Leandro Vargiolu, che a Quartu ha il “Blue Sky” e per tanti anni ha presieduto il Consorzio di gestori, conferma: «Lavoriamo tutti bene, la notte. Certo, ci aiuta il fatto che nel '98, cioè Giunta Milia, fu approvato un regolamento più permissivo che ha consentito tra l'altro di non smontare i chioschi d'inverno. Però, i colleghi cagliaritani potevano anche svegliarsi prima che fosse approvato il Piano di utilizzo del litorale». Quello stesso Pul che, paradossalmente, il Comune guidato da Mauro Contini non riesce a partorire.
I TITOLARI Diversi gestori, al Poetto cagliaritano, si sono arresi: «Da anni chiudo alle 21», allarga le braccia Alessandro Cogoni, titolare de “La Sella del Diavolo”, «non apriremo la notte finché il Comune non realizzerà la passeggiata di cui si parla e basta». La “dirimpettaia” del chiosco “Le Palmette”, Maria Letizia Cocco, chiude all'una di notte, «ma solo per offrire un servizio: con l'incasso, neanche pago il personale in più. Con il lavoro del giorno finanzio il servizio notturno, che costa fatica e non dà soddisfazioni». Ci ha provato l'Otium, domenica sera, a offrire ai clienti un concerto jazz del quotato gruppo milanese Latin Jazz Ensemble, «ma gli spettatori ce li siamo portati da Cagliari telefonando agli amici appassionati: nessuno è passato di qui», precisa Ticca.
CONFESERCENTI Gigi Molinari, presidente regionale della Fiba (Federazione degli operatori balneari) di Confesercenti, parla di «errori» da parte del Comune: «Il gioco del monta e smonta dei chioschi ha deviato la clientela a Quartu, che a suo tempo si era dotata di un regolamento che, tra l'altro, consentiva spazi di preparazione più grandi: ecco perché loro possono cucinare, mentre a Cagliari non si può. Inoltre», aggiunge Molinari, «il Comune ha una smaccata preferenza per il centro storico, a discapito del Poetto: non ne capisco i motivi».
L'ASSESSORE Non è d'accordo Barbara Argiolas, assessore alle Attività produttive: «Il Comune non è un organizzatore di eventi, che sono sempre proposti da privati. Noi diamo una mano chiudendo le strade, forniamo supporto, talvolta un contributo: aspettiamo che i gestori dei chioschi facciano qualche proposta, sapendo che sono divisi tra due consorzi diversi e questo non aiuta». Insomma, programmare prima per incassare anche di notte.
Luigi Almiento