Rassegna Stampa

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Anci Sardegna, Piersandro Scano nuovo presidente

Fonte: web cagliaripad.it
17 luglio 2014


 

 


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Il sindaco di Villamar ed esponente del Partito Democratico, Piersandro Scano, è stato eletto dall'assemblea (con soli cinque astenuti) presidente dell'Anci Sardegna. Succede a Cristiano Erriu (Pd), che ha lasciato l'incarico per quello di assessore degli Enti Locali. A deciderlo sono stati 177 primi cittadini nella riunione dell'associazione riunita a Cagliari.
"Questo voto è frutto della durezza della situazione che come sindaci stiamo vivendo e rappresenta una forte coesione e unità come anche la volontà di parlare con una sola voce - ha detto  Scano appena eletto -. Noi sindaci siamo quasi dei Don Chisciotte e sentiamo il peso delle responsabilità. Purtroppo ci troviamo senza mezzi per risolvere i problemi dei cittadini e per questo, spesso e volentieri, siamo degli incoscienti a volere fare i sindaci".

"La Regione non va intesa come ente ma come l'insieme di istituzioni e per questo serve un continuo dialogo con le amministrazioni locali e non decisioni calate dall'alto. E' necessario rimpinguare le risorse del Fondo unico per gli enti locali e bisogna lavorare insieme per trovare le soluzioni ai problemi dei sardi. Deve finire la logica che la Regione sbaglia e i Comuni pagano. Non apro una guerra ma alcune questioni vanno dette: non ci si metta in condizione di aprire un conflitto", così a pochi minuti dalla sua elezione.
Dopo la pausa estiva nuova assemblea dei sindaci per mettere a punto un documento con le rivendicazioni degli enti locali. Ma prima chiederanno un incontro al premier Renzi quando arriverà in Sardegna per la doppia visita, annunciata ieri, nel Sulcis e a Olbia. "Il lavoro che occorre fare è andare verso un accordo tra autonomie locali e Regione che non devono essere tra loro contrapposte e devono gestire le rispettive esigenze e servizi - ha replicato a distanza l'assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu, presidente Anci uscente -. Politiche regionali e locali devono essere pensate per i cittadini. I sindaci sono abituati a pestare i piedi nel fango della trincea, vivono una condizione di frustrazione e impossibilità di erogare i servizi e con le limitate risorse a disposizione bisogna migliorare la pubblica amministrazione e supplire alla distanza o mancanza dello Stato".