Rassegna Stampa

web Cagliari Globalist

Successo per la rassegna "Il Poetto è un'altra cosa" all'Otium

Fonte: web Cagliari Globalist
17 luglio 2014

 


Redazionemercoledì 16 luglio 2014 13:08
 

PRIMO APPUNTAMENTO

CLAUDIA SARRITZU CON CAGLIARIGLOBALIST: ". È UN'ALTRA COSA"

Durante l'incontro con Claudia Sarritzu, l'associazione culturale SpazioLibero ha presentato la rassegna dal titolo "Otium letterario: il Poetto è un'altra cosa" con Cagliari Globalist, sponsor dell'iniziativa. Un'idea semplice e azzardata: portare i libri sulla spiaggia, anche fisicamente, insieme ad alcuni autori in rappresentanza di diversi ambiti culturali. La prima serata (in concomitanza con l'apertura del Festival di Gavoi) ha accolto un pubblico che ha riempito la terrazza dell'Otium Cafè. Il libro di Claudia "La Sardegna è un'altra cosa" ha offerto la possibilità di riflettere sulla Sardegna come qualcosa di diverso da quello che ci viene raccontato, come "altra cosa" da quell'immagine folkloristica che ci hanno affibbiato e che ci siamo dati da soli in ogni racconto ci riguardasse. La parola chiave del libro di Claudia è "restare". Restare nell'isola per cambiare le cose, per trovare le risposte. La Sardegna che l'autrice ha conosciuto è fatta di persone coraggiose, aperte al mondo che vorrebbero usare la loro testa e la loro cultura per dare un futuro a questa isola. Il dialogo con Claudia ci ha consentito una riflessione su come anche il Poetto possa diventare "un'altra cosa" dalla semplice spiaggia cittadina. Dalle motivazioni che hanno spinto Cagliari Globalist a seguire il ciclo di incontri, con strumenti e forme di informazione differenti da quelli usati dalla stampa cartacea, si è affrontato anche il tema del perché "il giornalismo online è un'altra cosa" con le sue difficoltà e criticità nel mondo attuale. Claudia, giovane direttrice del giornale online CagliariGobalist, ha dunque illustrato il rapporto tra giornalismo e cultura in generale, partendo da una panoramica sugli eventi culturali, o meglio e sugli spazi (o sulle assenze) di questi nella stampa tradizionale e nel giornalismo online, introducendone la specificità. Complice dell'iniziativa, anche l'installazione della libreria pubblica realizzata da "EgolaRicrea" con materiali di riciclo e recupero. "Progetto-recupero, molti lo chiamano vintage, io preferisco chiamarlo "vecchio". Oggetti di vita vissuta riprendono luce attraverso manipolazioni cromatiche, materiche. Usi che spesso perdono la loro funzione iniziale per reinventarsi in altre. Riciclo, recupero, design lowcoast questo è "EgolaRicrea" in questo preciso momento", dichiara Rosaria Straffalaci, laureata all'accademia di belle arti di Reggio Calabria, che oggi si occupa di pittura, scultura, scenografia, restauro, istallazioni, arredamento d'interni, decorazione artista poliedrica. L'artista ha esposto in Italia e all'estero, opera in Sardegna dal 2000; dall'isola ha assorbito i colori, le sfumature, le tradizioni imparando ad impagliare vecchie sedie (scanni) oltre ad essere esperta tessitrice di paglia di Vienne.

SECONDO APPUNTAMENTO

AL POETTO FABIO MARCELLO GUIDA "LA CARICA" DEI CAVALIERI TEMPLARI

"Non mi avrebbero mai accettato nell'Ordine, non ho il fisico": ci scherza su Fabio Marcello, giornalista e cultore di storia medievale che sabato scorso ha condotto con piglio da navigato condottiero l'incontro "I Templari sbarcano al Poetto", secondo appuntamento della rassegna Otium Letterario - Il Poetto è un'altra cosa organizzata dall'associazione Spazio Libero all'Otium cafè. Coadiuvato dall'amico ed esperto di storia militare Fabrizio Pinna, il giornalista (autore di numerose pubblicazioni sull'argomento a quattro mani con Massimo Rassu, protagonista mancato della serata a causa di un imprevisto dell'ultimo momento) ha raccontato in forma chiara e accattivante opere e gesta dell'Ordine monastico-cavalleresco dei cavalieri Templari, costituitosi agli inizi del 1100 e soppresso con un autentico colpo di mano dal re di Francia Filippo IV il bello nel 1312 ("e papa Clemente V dal suo palazzo di Avignone ben poco poté fare per salvare i Templari" hanno sottolineato Marcello e Pinna). Il pensiero ispiratore di San Bernardo di Chiaravalle, fondatore dei Cistercensi; la doppia veste di monaco e guerriero, uomo insieme di spada e di fede; le battaglie, vinte e perse, in Terrasanta contro gli infedeli; l'enorme ricchezza accumulata grazie all'attività di banchieri dei sovrani europei; la caduta di San Giovanni d'Acri, la fine del sogno crociato e i processi, terminati col rogo dell'ultimo maestro DeMolay: con ritmo avvincente e senza rinunciare al sorriso e alla battuta, Fabio Marcello ha ripercorso i momenti salienti dei due secoli di vita dell'Ordine del Tempio, precisando che "non esistono oggi eredi dei Templari, semmai imitatori o enti e associazioni che si ispirano, idealmente, ai cavalieri rossocrociati" e che "tra la moderna Massoneria e i cavalieri del medioevo non corre nessuna linea di continuità". Davanti a un pubblico folto e attentissimo, Fabrizio Pinna ha esposto e illustrato le modalità di impiego delle armi dei Templari: la cotta di maglia, lo scudo, la spada, la lancia. Non è mancato il focus sulla presenza templare in Sardegna. Riprendendo i risultati delle ricerche svolte con Massimo Rassu e altri studiosi, Marcello ha sottolineato come i pochi documenti scritti pervenuti fino a noi ci conducono nella zona di Oristano, "dove già Clemente V andava a cercare le proprietà dei Templari rimaste senza padrone dopo lo scioglimento dell'Ordine". Sollecitati dalle "padrone di casa" Antonella Orrù e Veronica Matta, curatrici dell'evento, Pinna e Marcello si sono divertiti a sfatare le tante leggende infondate che ancora girano sul conto dei monaci guerrieri, incontrando in questo senso l'apprezzamento di un pubblico desideroso di apprendere notizie e informazioni ben diverse da quelle propinate abitualmente "da Voyager e dintorni". E mentre la luna piena si alzava sulla Sella del Diavolo dando un tocco di magia alla serata, il fascino imperituro dell'antica cavalleria segnava ancora una volta un punto a proprio favore.