Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ordinanza salva-baretti, Emilio Floris a giudizio

Fonte: L'Unione Sarda
11 luglio 2014

Ex sindaco accusato di abuso d'ufficio e falso: ho fatto il mio dovere

 


L'ordinanza salva- chioschi arriva in Tribunale. L'ex sindaco di Cagliari, oggi senatore di Forza Italia, Emilio Floris, e l'ex dirigente generale del Comune, Pietro Cadau, ieri mattina sono stati rinviati a giudizio dal gup Giampaolo Casula per concorso in abuso d'ufficio e falso ideologico. Accuse legate ai provvedimenti «di carattere urgente» con cui il 14 maggio 2011, a pochi giorni dalle elezioni comunali poi vinte da Massimo Zedda, l'allora primo cittadino aveva ordinato la sospensione delle demolizioni dei baretti abusivi del Poetto sino al 30 settembre «per evitare gravi problemi di sicurezza».
IL DIBATTIMENTO Il processo a Floris e Cadau (assistiti dagli avvocati Francesco Marongiu, Rita Dedola e Michele Schirò) comincerà il 28 novembre davanti alla prima sezione del Tribunale presieduta da Mauro Grandesso. Il gup ha deciso il rinvio a giudizio ritenendo necessario valutare le argomentazioni, le produzioni e le consulenze tecniche consegnate dalla difesa nel corso dell'udienza preliminare.
LA RICHIESTA DEL PM Stando alle contestazioni del pubblico ministero Gaetano Porcu, titolare di due inchieste sulle strutture abusive del lungomare, che ha chiesto il rinvio a giudizio per senatore e dirigente, l'adozione dei provvedimenti si basava «sul falso presupposto di una situazione di grave criticità» e procurò «un ingiusto vantaggio patrimoniale ai gestori» dei chioschi. Inoltre Floris e Cadau avrebbero «falsamente attestato» che tutti i partecipanti alla conferenza di servizi del 18 aprile avevano convenuto di sospendere le demolizioni mentre in realtà «erano semplicemente stati richiesti dei pareri tecnici».
L'EX SINDACO «Sono sicuro di aver fatto il mio dovere di primo cittadino nel salvaguardare la sicurezza dei cagliaritani e dei turisti che godono del nostro litorale. Esaminate le carte, sono certo che questa verità emergerà al dibattimento», ha commentato Floris in una nota. Anche in una precedente udienza aveva spiegato: «È stata una scelta di buon senso, i lavori prevedevano un periodo di circa tre mesi per la demolizione e la successiva ricostruzione, il che significava trasformare il Poetto in un cantiere creando inutili disagi e pericoli per i bagnanti».
Per decidere se ci fosse o meno una grave situazione di criticità tale da giustificare le sospensioni si va a processo.
Veronica Nedrini