Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

«Meno tasse e più sviluppo»

Fonte: L'Unione Sarda
30 giugno 2014


SARROCH. L'ex ministro Fantozzi e i commissari Ue al convegno con Regione e sindaci

 

Zona franca e tributi blindati dai vincoli delle norme europee




Carla Raggio
INVIATA
SARROCH Vedere il fisco sotto una diversa immagine. Non più (e non solo) come quello che strozza imprese e cittadini ma come una leva importante da azionare, tanti sono gli strumenti fiscali che potrebbero essere utilizzati per favorire la ripresa economica. La zona franca è, appunto, uno di questi: finora però, salvo casi come quella di Shannon in Irlanda fatta a suo tempo, «non hanno avuto in Italia grande successo, la stessa di Trieste non è mai decollata». A dirlo è l'ex ministro Augusto Fantozzi, professore e rettore dell'Università telematica Giustino Fortunato, concludendo ieri il convegno, organizzato dal suo studio e dal Comune di Sarroch, a Villa Siotto, per fare il punto su tasse e potestà fiscale regionale con gli esperti della commissione europea.
ZONA FRANCA In Sardegna ci stanno tentando da anni di farla questa benedetta zona franca (l'ultimo intervento è della Giunta Cappellacci con la zona franca integrale): nonostante fosse prevista da un decreto del '98 - che ha dato il via libera a 6 punti franchi a Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax - non è mai decollata. Di fatto l'unica zona franca che va avanti è quella del porto di Cagliari, gestita dalla Free Zone e dove esiste già la perimetrazione (consultabile il geo-portale di Nordai su aiutidistato.org.). Decollerà? «Quando parliamo di zona franca io punto sulla parola zona più che sull'aggettivo franca - spiega Fantozzi - non credo che si otterranno dei vantaggi enormi dall'affrancamento fiscale, credo però che la zona attrezzata di Cagliari sia di per sé importante per lo sviluppo della città e della regione. Se poi si uniranno vantaggi fiscali in materie di accise e imposte indirette nella misura in cui l'Ue ce lo consente sarà un beneficio in più».
LIMITI Pur vantando una potestà fiscale piena, in virtù della sua specialità che le consente di istituire tributi propri, anche la Regione Sardegna deve però sottostare ai limiti normativi nazionali e soprattutto europei, spesso non di facile comprensione, tanto da incorrere (com'è successo con l'Irap, caso ora risolto ma su cui il Governo aveva fatto opposizione davanti alla Corte Costituzionale) nel rischio di sanzioni o in procedure di infrazione. «Siamo qui per questo, per ascoltare dagli esperti come funzionano le leggi e come devono essere utilizzate - spiega l'assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci - abbiamo potestà fiscale, Irap e Ires ne sono gli esempi e vogliamo capirne il funzionamento anche in vista di una riduzione del loro peso, senza correre il rischio di incappare nei veti di Bruxelles. Vogliamo una Regione snella ed efficiente, che abbia meno bisogno di entrate in modo da poter rinunciare a pezzi di imposizione fiscale a favore delle imprese e dei cittadini». Ma tant'è: come chiarisce subito Giangiacomo D'Angelo, Ph.D. dell'Università di Bologna, «l'autonomia fiscale non è sinonimo di libertà e arbitrio, tutte le disposizioni nazionali che abilitano la Regione a introdurre misure di fiscalità di vantaggio avvertono che devono essere rispettati i limiti imposti dal diritto europeo e dalla giurisprudenza della Corte».
AUTONOMIA Così la Regione può tagliare l'Irap (ridotta del 70%), diminuire l'aliquota dell'addizionale regionale o rimodulare le accise in favore di cittadini e imprese, imporre la tassa sul lusso (Giunta Soru) ma senza superare certi confini. È un terreno in cui ci si deve muovere con prudenza. «Dov'era la Sardegna quando Livigno e Campione diventavano zona franca integrale? Pretendere che oggi si introduca questo regime è un'impresa molto ardua». Le speranze di un'Isola senza Iva e con accise molto ridotte su certi prodotti le riduce al lumicino il presidente emerito della Corte di Cassazione, Enrico Altieri. Ma conoscendo le norme, si può imboccare la strada giusta. Come quella che, per Cagliari, azzarda Giovanni Mameli, avvocato dello studio Fantozzi e coordinatore del progetto aiutidistato.org: «Una Free zone che sfrutti anche le grandi competenze dei poli di ricerca da cui è circondata: sarebbe un grande catalizzatore capace di dare un colpo di reni all'asfittica economia isolana».