Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Cagliari, ambizioni metropolitane

Fonte: L'Unione Sarda
23 giugno 2014


Nella Penisola già 10 città hanno ottenuto lo status. In Sardegna serve una legge regionale

Super-sindaci a Cagliari: obiettivo, agganciare i fondi strutturali 
Bisogna fare in fretta, perché in palio c'è la possibilità di accedere ai fondi strutturali del Piano operativo nazionale Metro (la fetta, solo per il primo Pon, è di 50 milioni di euro) e fornire servizi migliori. Ma bisogna fare bene, evitando di partorire un doppione della vecchia provincia e ragionando sui confini: ha senso includere nella futura città metropolitana di Cagliari anche Villasimius, Isili, Carloforte? Meglio limitarsi all'area vasta a 16 Comuni (420 mila abitanti)? O una via di mezzo?
L'INCONTRO Se n'è discusso ieri a Cagliari in Municipio, dove si è riunito il coordinamento delle città metropolitane, col sindaco Massimo Zedda a fare gli onori di casa: ospiti, i primi cittadini di Torino (Piero Fassino, presidente dell'Anci), Napoli (Luigi De Magistris), Bologna (Virginio Merola), Catania (Enzo Bianco), Genova (Marco Doria), Firenze (Dario Nardella, eletto nell'occasione al vertice del coordinamento). Nel pomeriggio, una tavola rotonda cui hanno partecipato consiglieri e assessori comunali e (pochi) sindaci della provincia.
IL CASO SARDEGNA In continente sono già partiti: le dieci città metropolitane sono istituite, muovono i primi passi (fino a gennaio, con la stampella delle vecchie province che vanno a sostituire), aspettano chiarezza su funzioni e risorse ma intanto hanno le carte in regola per ottenere i fondi europei. In Sardegna (e Sicilia) no: Regioni a statuto speciale, devono legiferare. Noi, in particolare, dopo i referendum che due anni fa hanno abrogato le nuove province e chiesto di annullare le vecchie, dobbiamo ridisegnare l'architettura amministrativa. Il vantaggio, sostiene il giurista ed ex presidente dell'Authority per la privacy Franco Pizzetti, consulente del Governo in materia di riforme istituzionali, è che nelle isole (dove ad avere i requisiti sono Catania, Palermo e Cagliari) ci possiamo permettere di far nascere le nuove città metropolitane con confini più sensati di quelli con cui si è partiti nella penisola, dove i nuovi enti coincidono con le vecchie province e, ha ricordato Fassino, «Torino comprende 315 Comuni». Lo svantaggio è il poco tempo.
PRESSING «Il sindaco Zedda ce lo ricorda tutti i giorni», ha sorriso l'assessore regionale agli Enti locali Cristiano Erriu. Il pressing, ovviamente, non è iniziato ora: la scadenza incombeva già ai tempi della Giunta Cappellacci. La novità è che quella guidata da Francesco Pigliaru ha fatto della questione una priorità. «Abbiamo definito una bozza di disegno di legge nel corso di una serie di incontri con forze politiche, sindacati, sindaci», ha aggiunto Erriu: «Siamo nel pieno del lavoro».
SINDROME ETA BETA La paura di molti, rivela l'assessore, «è che la Sardegna diventi una sorta di Eta Beta», l'amico di Topolino dalla testa enorme (Cagliari metropolitana) e il corpo rachitico (il resto dell'Isola). Ma alla novità non si sfugge. Intanto perché le città metropolitane una realtà sociale ed economica; poi perché i nuovi enti locali sono inseriti nel quadro delle riforme istituzionali in corso (Senato delle autonomie, titolo V), «legate da un filo rosso: la centralità dei Comuni» (Fassino). Poi perché, ha ricordato Pizzetti, «in Europa esistono già». E ad esse sono riservati fondi strutturali specifici: o le creavamo anche in Italia oppure quei soldi se li spartivano Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna. «Volete un consiglio fraterno? Fate in fretta», sorride Pizzetti.
SINDACI E CAMPANILI Ce la faremo? Francesco Agus è il presidente della prima commissione regionale, che ha competenza sugli enti locali: «Ci occupiamo della questione fin dalla prima riunione. Presto ne discuteremo coi sindaci». Mauro Contini e Valter Piscedda, sindaci di Quartu ed Elmas, e il consigliere comunale di Cagliari Francesco Ballero mettono le mani avanti: coinvolgere anche Anci, Consulta e Lega delle autonomie locali, Forum dei sindaci dell'area vasta. Il vero ostacolo? I campanilismi incrociati.
Marco Noce