Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Sant’Agostino da Ippona Un mistero cagliaritano

Fonte: La Nuova Sardegna
26 maggio 2014

Si studiano tre vesti liturgiche appartenute al grande vescovo nordafricano
L’analisi dei tessuti consente di datare l’arrivo in Sardegna del santo-filosofo

 


di Giampaolo Meloni w

CAGLIARI In tre vesti liturgiche di provenienza cinese si cela il mistero del passaggio di Sant’Agostino in Sardegna. Le analisi su questi reperti potrebbero finalmente accertare le vicende del transito delle spoglie di Sant’Agostino da Ippona. Non solo l’isola, ma il mondo intero si arricchirebbero così di nuove conoscenze e testimonianze certe sulle ultime vicende umane del suo corpo. Gli elementi di questa che sarebbe una scoperta straordinaria sono custoditi a Cagliari ma finora trascurati probabilmente dalla superficialità delle agenzie di ricerca. Se prevarranno il buonsenso e la sensibilità, la svolta può arrivare in tempi brevi nell’ambito della candidatura di Cagliari capitale della Cultura 2019 attraverso il “progetto Sant’Agostino” al quale ha dedicato straordinarie energie Francesco Tamponi, il sacerdote delegato all’Ufficio regionale Beni culturali della Cei, la conferenza episcopale. Proprio lui ne parlerà oggi pomeriggio (inizio alle 17, Sa Illetta, Cagliari)) in una conferenza che nel titolo “Da una assenza antica a una presenza futura”spiega la prospettiva del progetto. «L’Archidiocesi di Cagliari – spiega Francesco Tamponi – conserva, alcuni memorabilia riferibili alla vicenda umana del grande Vescovo d'Ippona e poco conosciuti, che recenti indagini hanno documentato. Della vita di Sant’Agostino oltre al pensiero contenuto nelle sue opere, incommensurabili per la cultura occidentale e per la civiltà nel suo complesso, rimangono pochi ed esclusivi dati materiali». Sono quattro: i resti del corpo, depositati in San Pietro in ciel d'oro a Pavia il pastorale e la mitra, che si trovano nel reliquario della cattedrale di Valencia in Spagna, la cripta dove la tradizione vuole che fosse seppellito a Cagliari, per circa duecento anni, il corpo del Santo. Infine, le vesti, dette di "S. Agostino", che sono custodite nel museo diocesano dell'Archidiocesi cagliaritana. Il corpo di Agostino raggiunse Cagliari probabilmente nel 507-508, con la diaspora dei vescovi del nord-Africa, causata dalla conquista vandala. Si costruì un luogo di culto composto di un santuario e una cripta, nella quale furono custodite le reliquie fino all'ottavo secolo. Dopo l'espansione saracena e la missione longobarda che ne trafugò il corpo, una pastorale e la mitra, rimasero a Cagliari le tre vesti: una casula, una dalmatica e una tunicella, che con ogni probabilità ricoprivano il corpo o un simulacro-reliquiario. A Cagliari, si conserva ancora, nonostante le complesse vicissitudini, la cripta che formava l'antico santuario, sotto il palazzo Accardo, in largo Carlo Felice. «Questo luogo non è stato mai indagato archeologicamente e allo stato attuale, intatto, attende di essere studiato come un dato di prima mano, un autentico documento che potrebbe restituire importanti scoperte». L’altro dato rilevante. Il tesoro della Cattedrale, oggi nel museo diocesano, preserva le tre straordinarie vesti liturgiche, memoria autentica della presenza delle importanti reliquie in città. «Si tratta spiega Francesco Tamponi – di manufatti realizzati in lino e seta, ornati da inserti serici provenienti dalla Cina, ascrivibili all'epoca Tang. Proprio questi inserti, realizzati in seta e fili d'oro e d'argento, documentano con precisione il periodo coincidente con i secoli di permanenza del corpo di Sant'Agostino in Sardegna». La domanda ancora senza risposta che aprirebbe le porte alla scoperta è: perché nell'anno 722 furono consegnati ai Longobardi esclusivamente i resti del Santo Vescovo e non tutto il corredo che le ricopriva? «La risposta a questo quesito può essere data esclusivamente dall'attivazione del progetto». Da qui la richiesta di costituire un Comitato scientifico la cui funzione sarebbe di raccogliere e rielaborare il complesso dei risultati, con un’articolazione di iniziaitive per approfondire le ricerche, come spiegherà oggi Francesco Tamponi, per innanzitutto avviare gli scavi archeologici e gli studi conseguenti nella cripta di Sant'Agostino a Cagliari.