Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Sant'Elia, fondi dimezzati ma forse ora si parte

Fonte: L'Unione Sarda
14 maggio 2014

Regione, Comune e Area si sono riuniti per parlare del progetto

In principio erano trentasette milioni di euro, ora ne rimangono soltanto diciassette.
Le risorse per la riqualificazione del quartiere di Sant'Elia in dieci anni si sono più che dimezzate. E' successo per colpa di un immobilismo burocratico e di una politica inconcludente. Eppure, quando tutto sembrava irrimediabilmente perduto, qualcosa lentamente ha cominciato a muoversi: lo conferma la riapertura del tavolo tecnico al quale poche settimane fa si sono seduti il rappresentante della Regione, l'assessore ai Lavori Pubblici Paolo Maninchedda, la sua omologa del Comune, Luisanna Marras, e i dirigenti di Area, l'azienda regionale per l'edilizia abitativa, proprietaria dei terreni su cui sorgono gli edifici popolari.
Si è trattato di un importante faccia-faccia concordato dagli enti interessati dai progetti per la riqualificazione del rione Sant'Elia con un preciso intento: riavviare il "Piano di Risanamento e recupero del quartiere Sant'Elia" fermo al palo ormai dal 2004.
«Il Comune ha ribadito la richiesta di accelerare i tempi - conferma Luisanna Marras - ha trovato la piena sintonia dell'amministrazione regionale nel farlo e preso atto dell'importante passo in avanti che l'iter ha compiuto, la volontà della nuova Giunta e dell'assessore Maninchedda è stata fondamentale per sbloccare una trattativa in stallo».
Si riaccendono pertanto, dopo anni di promesse vane, le speranze degli abitanti del quartiere.
Il primo studio di fattibilità venne deliberato dalla Giunta Soru proprio nel 2004, il restauro dei palazzoni faceva parte del grande Master Plan per Sant'Elia.
I soldi (parte di un finanziamento destinato in origine al G8 e poi dirottato all'Abruzzo terremotato) sarebbero dopvuti essere utilizzati per riqualificare gli edifici e le aree dei complessi Lame, Torri, Anelli e Del Favero. Ma non solo: erano previste anche l'eliminazione di tutte le modifiche che hanno alterato abusivamente gli assetti delle strutture e ne hanno deturpato l'estetica, la realizzazione di parcheggi e verde pubblico e la manutenzione straordinaria degli immobili.
Tutto grazie a un accordo di investimento da duecentoventi milioni di euro e milleduecento posti di lavoro che comprendeva anche il contestato Museo Betile. La stessa intesa di massima, raggiunta dall'ex governatore e dall'allora sindaco Emilio Floris, che non fu però mai ratificata e lasciata per anni nel dimenticatoio della politica.
La mancata spesa dei fondi ha portato con sé anche la beffa: il definanziamento di una parte di essi, venti milioni per l'esattezza.
«Stiamo lavorando anche su questo fronte - spiega l'assessore Marras - il reperimento dei fondi persi sarà una condizione importante per avere tempi certi e celeri ma sono ottimista, ho potuto constatare tutti i presupposti per una soluzione positiva del problema».
Da superare ci sono infatti anche gli attriti che in passato hanno minato il dialogo tra Area e Comune. Dal Palazzo Bacaredda nel corso degli anni sono ripetuti molti appelli diretti all'agenzia regionale tanto che lo stesso sindaco Massimo Zedda tempo fa ammise: «Abbiamo un problema serio con Area, ha la possibilità di utilizzare le risorse destinate Sant'Elia ma non risponde ai nostri solleciti per farlo».
Di fatto la riunione preliminare dei giorni scorsi è stata utile ad appianare le contestazioni passate e ha messo alle spalle anche i problemi sulle proprietà delle aree, dubbi che non permettevano fino ad ora l'avvio di un bando.
E così si riparte da un altro preaccordo: «Il cronoprogramma stilato dalle tre parti vincola l'Area a procedere alle ricognizioni delle aree su cui intervenire entro sei mesi dalla sigla dell'imminente contratto - spiega Francesco Agus, consigliere regionale di Sel - seguirà poi la gara d'appalto: si sta optando per un maxi bando in cui comprendere ogni intervento necessario, dalla manutenzione degli ascensori al ripristino del verde pubblico. In questo modo si spera di contenere i tempi burocratici e accelerare il più possibile le procedure. Siamo tutti d'accordo sul fatto che non c'è più tempo da perdere, la fatiscenza del quartiere di Sant'Elia era un'emergenza dieci anni fa, figuriamoci ora».
Sui tempi necessari all'apertura del cantiere nessuno però si sbilancia. La fiducia dei residenti si deve ancora una volta accontentare di un accordo preliminare in attesa dell'ennesima approvazione.
Luca Mascia