In piazza del Carmine musica, morra e zucchero filato
Un gruppetto di ragazzini improvvisa un torneo di morra all'aria aperta: Unu, dus, tresi, battero, chimbe . Lo spettacolo è insolito e suggestivo: i turisti sgranano gli occhi. L'odore forte di salsiccia e cipolle si mischia con quello delicato di zucchero filato e pop-corn, l'atmosfera è da sagra antica.
Nel pomeriggio cagliaritani e forestieri si trasferiscono in piazza del Carmine. Maxi palco allestito tra i ficus e una cornice di caddozzoni e torronai. Alle 18, Ottavio Nieddu, da inizio alla Festa delle tradizioni. Ventiquattro gruppi folk si alternano con balli e canti, sfoggiando gli abiti tradizionali. Si parte con dodici fisarmonicisti disposti a semicerchio, poi è la volta dei padroni di casa: il gruppo di Villanova mette in scena Su ballu de sa gruxi. Centinaia di persone assistono all'esibizione, altrettanti si aggirano tra i gazebo. In una mano una colonna di cappelli da cowboy, nell'altra una decina di finti Borsalino. Alessandro, 24 anni, di Sassari, ha lo sguardo rassegnato: «Non ne ho venduto neanche uno». Non va meglio a Massimo Piras, titolare del bar Al solito posto. Sveglia alle quattro del mattino con partenza da Muravera e un bilancio a tinte nere: «Ho servito giusto qualche panino».
Fisarmonica in mano, un giovanotto rom suona Besame mucho. Poco distante Francesco Calledda, originario di Tonara, spiega ai curiosi la preparazione del torrone. Il suono evocativo delle launeddas del maestro Luigi Lai conquista la scena. Dopo qualche minuto parte l'ovazione. Il sipario cala a mezzanotte.
Sara Marci