Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

L'attesa nella piazzetta, cuore intimo della festa

Fonte: L'Unione Sarda
5 maggio 2014


CAGLIARI. Dalle prime ore dell'alba le messe, poi l'uscita del cocchio

 




A mezzogiorno e un quarto la piazzetta-bomboniera (il sagrato affollato, i buoi - le corna coperte di roselline colorate - in paziente attesa, tutt'intorno drappi rossi e stendardi e gente affacciata ai balconi) si scioglie in un applauso. Piovono petali, una colomba spicca il volo. Il cocchio con dentro Sant'Efisio sbuca traballante dal portone della chiesetta. Un applauso più forte, un'altra decina di colombe si leva in volo, nel ronzio delle launeddas un confratello in tunica azzurra sale su una scala d'alluminio nuova di zecca: con pochi gesti riavvita la croce in cima al cocchio. La stanga è agganciata. I buoi si muovono, zoccoli e ruote calpestano petali e foglie di menta spremendo un profumo fresco e penetrante. La manovra per uscire dal sagrato recintato è complicata, la gente indietreggia, si accalca per far spazio. Rimbomba un grido: «Viva Sant'Efisio». È il tenore Gianluca Floris. Applauso più forte.
La processione, la 358ª, ora può cominciare: la città aspetta il suo martire. Ma in piazzetta Sant'Efisio, cuore intimo, religioso e stampacino del rito, sono già cinque ore che si festeggia.
A TU PER TU Sono le 7,15 quando don Marcello Lanero celebra la prima messa della giornata. La chiesetta, un trionfo di fiori rossi e bianchi, drappi, luci, è gremita. Si entra a fatica. Il cocchio col simulacro del santo dentro è al centro della navata: tutti vogliono toccarlo. È la messa di chi in silenzio, a tu per tu, a Efisio ha da chiedere una grazia: un lavoro, una guarigione. Fuori, nella piazzetta, arrivano i primi venditori di candele, santini, rosari, braccialetti coi santi. Sui balconi si sistemano gli addobbi e si innaffiano i fiori nei vasetti, a un secondo piano è appeso un quadro che raffigura Sant'Efisio. I guardiani, in frac e cilindro, si salutano. Si caricano acqua, frutta e birre su un furgone. Fotografi si guardano intorno a caccia di dettagli.
CALCA Messa delle 8, celebra don Massimo Noli. Calca, in chiesa: chi si alza per fare la comunione difficilmente ritroverà il posto. Nella sede dell'Arciconfraternita, Luigi Lai e i suoi allievi accordano le launeddas . Ai balconi drappi e stendardi più numerosi. Il terzo guardiano viene intervistato in diretta da Videolina.
ALTER NOS Alle 9 dice messa don Walter Onano. Mezz'ora dopo don Angelo Cardia ne celebra una nel sotterraneo dove, secondo tradizione, 1.700 anni fa fu incarcerato Efisio da Antiochia, persecutore di cristiani convertito. Manca un quarto alle 10 quando i guardiani indossano i guanti bianchi e lasciano la piazza: vanno in Municipio a prelevare l'Alter Nos. Alcuni devoti indossano i costumi di Siurgus Donigala, uno regge a tracolla un cero pesante 30 chili. Su una mensola fra due balconi è esposta una statuina di Efisio. Oltre il tetto della sede dell'Arciconfraternita, su una terrazza, fra antenne tv e parabole satellitari, spicca un drappo color mattone: le lettere gialle, cucite, dicono “Sant'Efisio, ci fai emozionare”. Bimbi sulle spalle dei padri, turisti, militari in divisa. Alle 10 e un quarto la folla fa largo a un drappello di cavalieri: agenti della Municipale, l'Alter Nos Giuseppe Dore, mazzieri.
PRESENZE Si notano il candidato del centrodestra alle Europee Salvatore Cicu e l'ex sindaco, e senatore, Emilio Floris: più tardi arriveranno anche l'ex ministro e l'ex assessore regionale alla Cultura, Massimo Bray e Maria Antonietta Mongiu. Più giù, in piazza Santa Restituta le star sono S'Amigu e Pagu Fidau, i buoi che dovranno trainare il cocchio.
PETALI Alle 11, l'Alter Nos è sull'altare con i mazzieri per la messa celebrata da don Francesco Farris. Fuori, il sagrato è sempre più affollato. Alle 11,30 i balconi sembrano palchetti a teatro: gente affacciata in attesa. Arrivano i buoi, primi lanci di petali. Si aspetta l'uscita del cocchio, poi la processione potrà cominciare.
Marco Noce