La luce del cocchio illimina i fedeli lungo il percorso del Martire Guerriero
Solo la luce del cocchio illumina il passo svelto dei fedeli che seguono in processione il santo. Quando sant'Efisio percorre la strada sterrata che conduce alla cappella di Villa d'Orri, il buio ha già avvolto il parco che circonda l'antica villa dei Manca di Villahermosa. Hanno camminato tanto per arrivare sin lì, per assistere a quella porzione del viaggio del martire guerriero verso Nora.
«Non sono stanco - racconta Leonardo Cirina, di Cagliari - sono quasi vent'anni che seguo la processione». Sono le 21 quando il cocchio si muove tra le radici dei ficus secolari, la luce che risplende dalle ampie vetrate della villa è come un faro in mezzo al mare. Le preghiere dei pellegrini rompono il silenzio della notte e, quando il simulacro viene condotto nella piccola chiesetta, la commozione è palpabile. «Per me è la prima volta - ammette Francesca Fadda, di Cagliari - credevo fosse più stancante, ne è valsa la pena».
Tentare di entrare nella cappella dove capeggiano gli ex voto e le immagini di sant'Efisio è un'impresa impossibile, la maggior parte dei fedeli resta fuori e ascolta in silenzio i canti. «Sono sarda ma vivo ad Arezzo, tutti gli anni torno in Sardegna per seguire questa processione - dice Annamaria Figus - è una tradizione di famiglia tramandata dai nostri bisnonni». Le fa eco la cugina, Daniela Pau, di Assemini: «È tutta la vita che il primo maggio seguiamo per intero il percorso di sant'Efisio, la fede è più forte della stanchezza, peccato non ci siano i mezzi pubblici per rientrare».
Per la famiglia Manca di Villahermosa, che da oltre duecento anni accoglie il simulacro del santo, è un giorno speciale. «È un momento di grande gioia - confida Armando Manca di Villahermosa - i nostri avi costruirono questa cappella agli inizi dell'Ottocento e da allora è diventata una tappa fissa del percorso di sant'Efisio verso il luogo del martirio. Io sono cresciuto a Roma e ho scoperto questa festa da adulto ma da allora non me ne perdo una».
Non è comunque quella l'ultima tappa del viaggio, ci sono altri chilometri da fare prima che il primo giorno del lungo cammino sia finito. È notte fonda quando il cocchio percorre la via principale di Sarroch, due ali di folla lo accompagnano sino alla chiesa parrocchiale di Santa Vittoria. Il primo giorno della processione cattolica più lunga del mondo finisce qui, per ripartire di mattina alla volta di Pula.
Ivan Murgana