Teatro Dal romanzo di Svevo, adattamento di Tullio Kezich e regia di Maurizio Scaparro
“La coscienza di Zeno” al Massimo di Cagliari
L a coscienza di Zeno altro non è che la storia di un piccolo e insignificante uomo dell'inizio del XX secolo, che incarna l'arte di sopravvivere e lo spirito di adattamento dell'uomo contemporaneo, afflitto dai mille mali della vita moderna. Alla banalità di quest'uomo si sommano la nascita della psicoanalisi, lo scoppio di una guerra mondiale e la visione dell'olocausto nucleare. Per il nostro teatro questo spettacolo è il tentativo di proseguire nella rappresentazione dei grandi temi della drammaturgia contemporanea.
Sullo sfondo di una Trieste cosmopolita e mercantile ma anche crogiolo culturale della Mitteleuropa tra la fine della Belle Epoque e la Prima Guerra Mondiale, si svolge la vicenda di Zeno Cosini che, partendo da una seduta psicanalitica, evoca i momenti salienti della sua vita (la morte del padre, l'amore non ricambiato per una fanciulla, il matrimonio di ripiego con una sorella di lei, la rivalità con il cognato Guido, la relazione extraconiugale con Carla).
Fragile e inadeguato di fronte ai cambiamenti della società, pieno di tic e di nevrosi, si dichiara “malato”, ma la sua malattia è tutta di origine psicologica. Di fronte alla vita Zeno riesce però sempre a mantenere un atteggiamento ironico e distaccato («La vita non è né brutta né bella, ma è originale») che gli permetterà di capirla meglio e, quindi, di crescere; uomo nuovo in cerca di un modo di essere plausibile in un mondo che sembra sfuggirgli. Sarà lui a dire il bellissimo, inquietante monologo finale sulla ferocia e l'inutilità di quella guerra che di lì a poco avrebbe rivoluzionato tutto.
Protagonista nel ruolo di Zeno Cosini Giuseppe Pambieri, attore tra i più versatili del teatro italiano, che tratteggia il suo personaggio con tocchi insieme ironici e meditativi. La regia, nitida e elegante, è firmata da uno dei grandi maestri, Maurizio Scaparro, che vince in scioltezza la non facile scommessa di portare sulla scena il capolavoro sveviano d'iniziazione e introspezione. Scaparro fa proprio lo storico adattamento che Tullio Kezich realizzò per il teatro nel 1964, primo interprete, nello stesso anno, Alberto Lionello, seguito nel 1987 da Giulio Bosetti con la regia di Egisto Marcucci e nel 2002 da Massimo Dapporto con la regia di Piero Maccarinelli.
Martedì il debutto a San Gavino Monreale - e, da mercoledì a domenica, lo spettacolo andrà in scena al Massimo di Cagliari.