Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Pinilla: «Senza stadio dopo i mondiali potrei andare via»

Fonte: La Nuova Sardegna
5 maggio 2014

Il calciatore cileno si racconta ai ragazzi delle Medie di Pirri
«Per il Cagliari rimanere in serie A è un piccolo miracolo»
 

 


di Mario Frongia w

CAGLIARI Carico a mille per conquistare il Brasile, con in mente il proprio futuro. Al Cagliari? Forse. Maurizio Pinilla senza fronzoli. «Il mio contratto scade nel 2015. Ma se non si risolve la questione stadio, dopo i mondiali parlo con la società e potrei andare via». La punta tira fuori le unghie: «Il calcio ha cose belle e altre meno. Ma quel che ci succede non si può definire sport. Senza stadio né tifosi, due anni tra Trieste, Quartu, Parma, trasferte interminabili e faticose, con tante incertezze, non è facile giocare bene». Pinigol51 è carico per il Napoli. Con un filo di rabbia. E la maglia del Cile - raduno il 19 maggio - dietro l’angolo: «Spero di essere ai mondiali, me la gioco con Vargas, Sanchez, Paredes e Canales». Con 7 gol all’attivo, il puntero giramondo classe ’84, cresciuto nell’Universidade de Chile, si racconta ai ragazzini delle medie di Pirri. «Volete fare i calciatori? Fate altro», ironizza nell’incontro per il “Tour delle scuole”, iniziativa del club rossoblù. Si parte dalla salvezza. «Eravamo salvi da sei giornate: un traguardo miracoloso. Un successo da dividere con i tifosi, per colpe non loro sempre poche migliaia, la squadra, la società e lo staff tecnico». Pinilla, una stagione in altalena? «No, quando sono rientrato dalla nazionale, dopo aver giocato nell’amichevole con la Germania a Stoccarda, mi sono ritrovato per quattro volte di fila in panca senza capire perché. Stavo bene. È andata». È stato bersagliato dagli infortuni. «No, sono stato fuori per scelta tecnica. Pazienza, decide il mister e le scelte si rispettano». Eppure, Lopez l’ha sempre ritenuto un top player? «Sì. Con Diego abbiamo iniziato bene la stagione e sarebbe stato meglio chiuderla con lui. Ma rimunginare non serve, quel che conta è la salvezza». Con Ivo Pulga come va? «Ci conosce bene, sa cosa possiamo dare. Aver fatto 7 punti in tre partite è stato un bel colpo». Avete temuto di retrocedere? «Mai. Siamo un ottimo gruppo che rema nella stessa direzione. Comunque, viste le condizioni extra campo, rimanere in A è un piccolo miracolo». Stadio vuoto e senza tifo. Una tortura? «Ho girato molto, mai visto né sentito nulla di simile in nessun’altra parte al mondo. Il calcio è spettacolo per e con i tifosi. Le curve devono cantare e gioire». Scudetto alla Vecchia Signora. Ma in B chi ci va? «La Juve è la più forte. Dietro, mi soprende il crollo del Catania. Le altre sono tutte in corsa». A proposito di news, magari Cellino la porta al Leeds? «L’Inghilterra non fa per me. Troppo freddo e andare a pesca di trote non mi diverte». E se Nainggolan la chiama a Roma? «Sono contento per Radja, merita di essere in una big. Ci sentiamo e vediamo spesso. Ma ripeto, se l’anno prossimo non si apre il sant’Elia, dopo i mondiali parlo con la società. E lo faranno anche altri compagni. La situazione è insostenibile, chiediamo solo la normalità». Mauricio, a fine carriera dove si vede? «Vorrei chiudere col calcio in Cile. Poi, sto con la famiglia a non far nulla per un anno».