Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Turismo mordi e fuggi e i conti non tornano

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2014


 

 


Alessandro Atzeri
M ordi e fuggi. È questo l'identikit del turista che arriva a Cagliari per la festa di Sant'Efisio. Pochi giorni, spesso solo uno, e soprattutto all'insegna del risparmio. Insomma, low cost anche per il primo maggio e non solo sulle rotte aeree. Colpa della crisi economica o di una città che non è stata ancora capace di far decollare a livello internazionale una festa che non deve essere solo dei sardi? Forse un po' l'una, un po' l'altra, certo è che la giornata del primo maggio, almeno a sentire gli operatori del settore, ha perso un po' dello smalto degli anni scorsi. Semplice nostalgia del passato? No, perché il capoluogo non è capace di essere ancora quel polo di attrazione che invece potrebbe svolgere con evidenti e importanti ricadute economiche. Che invece non ci sono o sono comunque limitate e meno di quelle che potrebbero essere. Forse è anche per questo che la festa di Sant'Efisio quest'anno non ha portato il tutto esaurito negli alberghi della città, a parte quelli più vicini al luogo dell'evento. «C'è una buona capacità di traffico - rileva Davide Collu, direttore del T-hotel - ma niente di straordinario. Sant'Efisio non è un “attrattore” di turisti: o forse lo è, ma non lo ha ancora dimostrato. Per la festa del primo maggio ci sono più visitatori che turisti. Provengono la maggior parte dalla Sardegna e alla fine della festa se ne ritornano a casa, gli altri se ne vanno nelle case al mare. Immaginiamo che nel mondo tutti ci stiano guardando, ma questo non risponde al vero.

Lo stiamo contrabbandando come attrattore turistico di primo livello (come è il Palio di Siena), ma non lo è». Insomma, c'è molto ancora da fare perché la festa diventi davvero una occasione perché il ritorno economico sia veramente importante. E sul banco degli imputati sale anche la Fiera, pure questa senza lo slancio di una volta. «I turisti ci sono - aggiunge Nino Mundula, titolare dell'hotel Italia - ma in misura minore di quello che si può pensare: non c'è l'affollamento di un tempo. Il primo maggio siamo al completo, ma la permanenza è molto breve. Venti, trent'anni anni fa con la Fiera e sant'Efisio negli alberghi c'era un affollamento maggiore. Oggi la gente va nei bed&breakfast e nelle case di amici. Pieno si, ma senza l'allargamento dei pernottamenti di un tempo». Una vacanza, per chi la fa, all'insegna del risparmio e anche senza grandi acquisti. Forse non aiuta neppure il calendario che per il primo maggio fissa la festa di san Giuseppe lavoratore, ma i negozi, al di là di quelli strettamente vicini ai luoghi dove passa il Santo, hanno serrande regolarmente abbassate. E questo dovrebbe far riflettere sulle velleità turistiche della città, anche perché le voci critiche non mancano: «Noi il primo maggio apriamo sempre - dice Nicoletta Corrias dell'Istituto ottico Bertola del Largo Carlo Felice - e qualcuno entra, ma più per curiosità che per altro. Qualche cosa si fa, ma non è nulla di paragonabile agli anni precedenti. Di concreto c'è veramente poco, come poche sono le ricadute economiche». Insomma, nonostante i grandi sforzi fatti in questi anni dalle varie amministrazioni regionali, comunali e provinciali che si sono succedute la festa di Sant'Efisio non riesce a superare barriere storiche. Che sono quelle di una festa ancora poco internazionale. Il problema dei trasporti non è da poco, ma, almeno per una volta, non è il responsabile, perché fino a due giorni fa c'era ancora qualche posto disponibile da Roma (Ciampino e Fiumicino), Milano Linate e da Bergamo. C'è da “catturare” il turista straniero, ma soprattutto quello capace di spendere, di lasciare qualche cosa in città e non solo spiccioli: un caffè, una bottiglietta di acqua minerale e poco altro. «Stiamo facendo i primi passi, stiamo iniziando a diventare internazionali», dice Roberto Bolognese, presidente della Confesercenti di Cagliari. «Manca una programmazione a 360 gradi e vorrei che tutti gli enti facessero sistema. Quando turista non fa rima con commercio è perché oggi il turista è “low cost”, meno propenso all'acquisto tradizionale. Come capacità in pole position ci sono, oltre i ristoranti, gli affittacamere e i bed&breakfast. Cagliari ha quello che impropriamente possiamo definire “albergo diffuso”. A livello di commercio vendono i negozi tipici, non possiamo pretendere che acquistino magliette o scarpe. Qualche anno fa abbiamo provato l'apertura dei negozi il primo maggio, ma il risultato non è stato esaltante». Resta una festa di carattere straordinario che però non riesce, secondo gli operatori del settore, a intercettare quella fetta di turismo internazionale che potrebbe essere un'altra occasione di sviluppo.