Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Il fascino architettonico di Villa Ballero Scopriamo la corte di Giorgino

Fonte: L'Unione Sarda
2 maggio 2014


 



L a corte di Giorgino è una scoperta folgorante. Nel giorno della festa di Sant'Efisio, quando il simulacro del martire vi fa tappa per indossare abiti più consoni al viaggio verso Nora, si spalanca davanti agli occhi dei fedeli sotto una pioggia di petali colorati. L'incanto è esaltato dal fascino del complesso architettonico in cui è inserita la chiesetta seicentesca intitolata al Santo e dove, da secoli, si perpetuano le tradizioni legate al culto di colui che - secondo la suggestione popolare - volle salvare Cagliari dalla peste.
La villa rurale, gli ambienti ad essa associati e lo stesso edificio di culto - di proprietà della famiglia cagliaritana dei Ballero - sono stati oggetto di sistematici lavori di restauro. Dal 1977 la corte di Giorgino è stata dichiarata dal Ministero dei Beni culturali monumento di interesse storico-artistico. Il provvedimento ha consentito di evitare che i lavori di realizzazione del Porto canale, iniziati negli anni Ottanta, compromettessero le strutture esistenti. Il connubio appare armonico se osservato dalle finestre del primo piano della villa. Guardando a sud, incorniciato dai mattoni cotti e i blocchi di arenaria che compongono le strutture murarie, appare il braccio di mare. I rimorchiatori lo solcano spesso per guadagnare il largo e portare in porto le navi. A sud e a est - se con l'immaginazione si fa lo sforzo di cancellare quello che l'espansione urbanistica recente ha prodotto - si ha la sensazione di fare un salto indietro nel tempo, nella Cagliari in cui fiorì il culto di Efisio. La linea dell'orizzonte è dominata dal giallo abbagliante del quartiere di Castello e dal verde-azzurro del promontorio di Sant'Elia.
È una vista riconciliante rispetto alla percezione del paesaggio irrimediabilmente sfregiato dall'uomo che ha chi percorre in auto il tratto stradale Cagliari-Pula. Il nastro d'asfalto, radente rispetto al litorale, trapassa il sistema stagnale di Santa Gilla e accompagna all'agglomerato industriale di Sarroch. È lo stesso itinerario che oggi migliaia di pellegrini percorreranno all'insegna della fede e della devozione, riappropriandosi di spazi suburbani che durante il resto dell'anno sembrano dimenticati.
La prima tappa della processione è proprio la corte di Giorgino. Secondo un cerimoniale a cui da secoli e per disposizione testamentale del conte Michele Ciarella presiede la famiglia proprietaria dell'area, Sant'Efisio lascia qui abiti urbani e gioielli e indossa vestiti più comodi per affrontare il viaggio verso la campagna e la chiesetta di Nora in cui conobbe il martirio. Roberta Ballero e i suoi fratelli compiono il rito della vestizione (che si ripete all'inverso il 4 maggio, data di rientro del simulacro a Cagliari) da quando erano bambini. La statua viene collocata davanti all'altare della piccola aula di culto che, come documenta l'iscrizione sulla campana originaria, era già intitolata a Efisio nel 1679. Il Santo viene anche trasferito su un cocchio più robusto rispetto a quello che lo ha accompagnato dalla città. Più adatto a percorrere le strade di campagna, è custodito per tutto l'anno nell'attigua “Cocchiera”. La stanza, insieme agli altri ambienti, costituisce l'impianto della casa a corte rurale. Il complesso richiama anche i villaggi religiosi temporanei di cui l'Isola offre numerosi esempi. S'ipotizza che proprio in quest'area, prima dell'avvento del culto di Sant'Efisio, sorgesse una chiesa dedicata a San Giorgio a cui l'intera borgata dovrebbe il nome.
Manuela Arca