Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

“Skepto”, un festival in forte crescita

Fonte: La Nuova Sardegna
14 aprile 2014


Diecimila presenze in quattro giorni. Vince “Tryouts” di Susanna Casares


 


di Sabrina Zedda wCAGLIARI La notte finale della quinta edizione di Skepto incorona vincitore “Tryouts” della spagnola Susana Casares, delicata storia di Nayla, collegiale statunitense che per via del velo islamico non può fare la cheerleader. La giuria ha dibattuto non poco sull’assegnazione del premio, e c’è da capire la difficoltà di scegliere vista l’altissima qualità degli altri corti arrivati in finale. Perché anche in questa edizione il festival dedicato ai corti (138 da 48 paesi del mondo) partito mercoledì, ancora una volta ha fatto il botto, con lavori di altissimo livello dove le capacità tecniche e la genialità hanno spesso camminato a braccetto. Per la cronaca: il Premio speciale intitolato ad Alberto Signetto, e dedicato al corto documentario, è stato assegnato a “Magnetic reconnection” di Kyle Armstrong, mentre due menzioni speciali sono andate a “Rosemary Jane” di Carolina Petro e “More than two hours” di Ali Asgari. Le premiazioni sono arrivate al termine di una nuova intensa giornata per il festival internazionale che per quattro giorni ha riempito di suggestioni e mescolanze culturali lo storico quartiere della Marina. Passata la mattina dietro ai migliori video di registi sardi, nella sezione “Corti di Sardegna”, il pomeriggio ha visto la presentazione del nuovo lavoro di Matt Willis Jones (vincitore della prima edizione di Skepto) dal titolo “A short film on... The surreal /Absurdist huma nerror series”, per arrivare alle proiezioni degli ultimi corti finalisti. Proiezioni precedute da un bell’omaggio a Signetto, regista e documentarista scomparso all’inizio dell’anno. Di lui è stato proposto lo stralcio di una lunga intervista, estrapolato da un girato di otto ore: un documentario in divenire (la versione finale si intitolerà Redrhino, cioè il rinoceronte rosso) da cui però già traspaiono non solo la figura dell’uomo e del regista, ma anche il ritratto di un periodo storico, e le difficoltà di fare un cinema diverso, slegato dai cliché, e quindi dagli investimenti importanti. Prima ancora della proclamazione dei vincitori, gli interi spazi dedicati alla proiezioni sono da tutto esaurito (alla fine, fanno sapere gli organizzatori, sono state almeno dieci mila le persone che hanno partecipato) e l’entusiasmo si respira nell’aria. Risultato guadagnato non senza fatica, fa capire il direttore del festival Marco Schirru, perché gli intoppi burocratici hanno creato più di un problema: «Eppure alla fine ho sempre trovato sufficienti risposte» dice soddisfatto.