Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Maurizio Moretti e il piano solo delle meraviglie

Fonte: L'Unione Sarda
8 aprile 2014


CLASSICA. Recital al Lirico

 


S uoni perlati che evocano evanescenze. Maurizio Moretti trasforma le note in nuance, impressioni poetiche, e nel suo recital di sabato al Lirico di Cagliari dà tocco levigato e lieve ai Préludes di Debussy. In Voiles così come nella Sérénade interrompue valorizza le tante sfumature timbriche del pianoforte, riflette in ogni aspetto l'orizzonte artistico del Novecento parigino.
L'incipit della serata parla però un'altra lingua, con lo sguardo rivolto a tempi più lontani per la Sonata n. 4 in mi bemolle maggiore K282 di Mozart, l'Arabesque di Schumann, la Vallée d'Obermann di Liszt. L'insieme è un'antologia musicale dove non manca neppure il tocco etnico della musica del catalano Mompou. Ma pur con le ovvie differenze storiche e stilistiche, a conquistare il primo piano è l'impronta personale dell'interprete.
Trent'anni o giù di lì sono passati da quando Maurizio Moretti ha cominciato a imporsi all'attenzione. Cresciuto nel Conservatorio di Cagliari sotto la guida di Ida Allegretto, ha raggiunto la maturità artistica alla scuola di Aldo Ciccolini. Ma a Cagliari continua a insegnare, dividendosi tra attività didattica e concerti in Italia e all'estero: ovvio quindi che per lui in molti si siano dati appuntamento in teatro.
In concerto Moretti va oltre le considerazioni di ordine filologico e punta deciso verso la piena realizzazione emotiva, dove l' importante è l'aspetto comunicativo ben più che il singolo aspetto tecnico. Così Mozart nel modo di intendere di Moretti è un anticipatore del romanticismo, con impeti e slanci che tracciano un fraseggio orientato a una resa espressiva che esce dai canoni della consuetudine. Un'attitudine che si ritrova in Schumann e in Liszt. Con melodie che vengono caricate di tensione, calibrate nel crescendo con abile uso delle dinamiche e del pedale. Ancora più marcate le caratteristiche di Moretti nei Notturni e nelle Mazurke di Chopin: cammei da incastonare dove il suono ricco di riflessi trova la sua dimensione migliore. La conclusione ha il calore e l'enfasi vitale dell'Allegro barbaro di Bela Bartok. A cui Moretti imprime toni di accesa e febbrile energia, in una prova di virtuosismo incisivo che spinge all'applauso.
Greca Piras