Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Capitale europea della cultura 2019 Zedda: «Abbiamo le carte in regola»

Fonte: L'Unione Sarda
7 aprile 2014


CASTELLO. Oggi il sindaco dal Papa: chiederò una preghiera per la nostra candidatura

 



Il progetto simbolo? «Se devo pensare a uno in particolare allora direi il nuovo lungomare del Poetto, perché cambierà un luogo a cui i cagliaritani tengono molto, purtroppo stravolto negli anni», dice Massimo Zedda per riassumere l'impegno della città nella candidatura a capitale europea della cultura 2019. In realtà la forza del progetto è la rete di storia, tradizioni e monumenti che Cagliari - insieme a tutta la Regione - può mettere sul piatto. «Spero che i commissari, quando verranno a giudicarci, rimangano colpiti da tutto l'insieme. La nostra è la città col centro storico più esteso d'Europa, ma non c'è solo questo. Pensate alla bellezza di Masua, alle miniere». Durante la presentazione della mostra-laboratorio “Futuro prossimo” al Ghetto degli ebrei, ieri sera, il sindaco ne ha approfittato per sparare sulle altre città candidate: «Prendente Lecce. Fino allo scorso anno con l'Anci abbiamo lavorato per trovare una soluzione al dissesto finanziario del Comune. Come può diventare capitale europea della cultura se non può spendere?». Discorso diverso per Matera, ma il risultato non cambia: «Ci vogliono tre giorni di viaggio per arrivarci», sorride Zedda.
SCREMATURA Insomma: dopo un inizio in sordina anche per via del blasone delle altre candidature - Venezia su tutte, poi esclusa - Cagliari ha superato la prima scrematura e ora ci crede. Perché a contare sarà soprattutto il «processo» di avvicinamento al traguardo. Un cammino in cui «verrà coinvolta tutta la cittadinanza», come hanno ricordato gli assessori alla Cultura: sia quello comunale Enrica Puggioni che quello regionale Claudia Firino. A rappresentare l'Università, il direttore del dipartimento d'Architettura Antonello Sana. Non c'era il sottosegretario Francesca Barracciu.
MOSTRA L'obiettivo messo nero su bianco nelle brochure è quello di trasformare tra il 2015 e il 2019 la città in una «grande e poliedrica mostra a cielo aperto». Per fare questo si è chiesto aiuto anche ai bambini e agli studenti delle scuole - per ora solo a quelle che si affacciano sul mare, come il Nautico, la Colombo e l'istituto di Sant'Elia - che hanno spiegato come vorrebbero trovare Cagliari tra cinque anni. «Profumata», hanno detto molti. Per arrivare primi servirà impegno, ma il sindaco non disdegnerebbe anche un aiuto dall'alto. Oggi sarà a Roma per un incontro col Papa: «Chiederò», scherza, «una preghiera per la nostra candidatura».
Michele Ruffi