Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Al Civico le immagini di Dietzel e le bambole Lenci

Fonte: L'Unione Sarda
1 aprile 2014


MOSTRE. Al Teatro di Castello a Cagliari la doppia esposizione sino a domenica 6 aprile
 

F oto e ceramica. L'associazione Arteficio insieme all'Amministrazione comunale di Cagliari hanno pensato di affidare a due diversi linguaggi artistici una parte della programmazione culturale annuale del Teatro civico di Castello, che dopo l'ottimo risultato dell'apertura estiva nel 2013 (più di 3000 ingressi nel solo mese di agosto) pensa ad un'offerta ricca e variegata per un pubblico sempre più esigente.
Così ad animare gli spazi di uno dei principali edifici storici cittadini ci sono gli scatti della fotografa argentina Nelly Dietzel ma residente da molti anni a Nuoro e attiva in campo editoriale, e la collezione di bambole Lenci dagli anni '20 al 2000, ricercati oggetti da collezione esposti nei musei di tutto il mondo. E se gli scatti fotografici ci portano alle suggestioni dell'acqua, che modella e fotografa animano fingendosi dei pesci, le bambole Lenci del noto marchio torinese ci fanno scoprire le tendenze moda che dal Ventennio ai giorni nostri hanno accompagnato il costume made in Italy. In mostra sino al 6 aprile, dal martedì alla domenica 10-13 e 17-20.
Immerso nell'acqua per “Il pesce d'oro” l'obiettivo fotografico della Dietzel cattura l'immagine della preda dentro la rete, nel passaggio fulmineo in cui trattiene il fiato e cerca di liberarsi dai freni della rete e l'autrice nel suo concitato movimento di scatti fatti di sopra, di sotto, di sguincio diventa essa stessa parte di quel gioco codificato di vittima e carnefice, entrambe interpreti della quotidianità in apnea degli esseri subacquei. Il mare è la dimensione in cui le donne trasfigurate in pesci si immedesimano e assaporano lo straordinario potenziale della natura e la sua magia panica.
Una rampa di scale, una breve svolta a sinistra e in una sala adiacente troviamo “Le bambole Lenci, dagli anni '20 agli anni '60”. Provenienti da una collezione cagliaritana sono di pregiata fattura, rifinite nei dettagli, curate nelle minuzie: si va dalla Contessa Maffei e mascotte del 1925 alla bambolina ungherese, dalla dama con abito in organza e ombrellino stile Monet ad alcuni esemplari in costume sardo, sintesi di energia barbaricina e raffinata semantica moderna, che venne realizzata per i collezionisti nostrani, sino all'ultima produzione datata 2000 con il golfista e i babbi natale. Leziose e curate, su queste bamboline molti artisti di fama hanno posto la loro firma come Marcello Dudovich che è l'autore di due modelli esposti.
Maria Dolores Picciau