Rassegna Stampa

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Cagliari, idea Betile. "Al posto dell'arena Sant'Elia"

Fonte: web SardegnaOggi.it
28 marzo 2014

Il Betile al posto dell’arena Sant’Elia. Dopo il ritorno alla luce dei Giganti di Mont’e Prama, nel centrosinistra cagliaritano rispunta l’idea del museo in riva al mare mai realizzato. Da Sardegna Pulita interrogazione alla Giunta: “Il progetto nella candidatura di Capitale europea della Cultura”.


CAGLIARI - I ‘Giganti’ di Mont’e Prama nel più importante museo d’arte nuragica del Mediterraneo: il Betile. A quasi sei anni di distanza dal naufragio del progetto di Zaha Hadid e a pochi giorni dal ritorno delle statue a Cagliari e Cabras, si riaffaccia un’idea che in tanti definirebbero irrealizzabile. Forse.

A rispolverare la proposta è il gruppo ‘Sardegna Pulita’ in Consiglio comunale: Giovanni Dore e Ferdinando Secchi in un’interrogazione al sindaco Zedda chiedono se nella candidatura di Cagliari Capitale europea della Cultura 2019 possa essere inserito il progetto del Betile. Di più, chiedono anche se “all’interno o all’esterno” di quest’ultimo possa essere individuato “uno spazio come arena concerti, molto più suggestiva di quella attuale”. In che modo? “Si tratta di capire - spiega Dore a SardegnaOggi - se si riesce a recuperare le risorse anche per il Betile e, soprattutto, se c'è la volontà politica per farlo”.

Insomma la strada è tutt’altro che spianata ma, secondo Dore, a livello amministrativo qualche possibilità ci sarebbe. Per gradi: il Betile venne inserito all’interno di un progetto condiviso da Regione e Comune, quando in viale Trento sedeva Renato Soru e a Palazzo Bacaredda svolgeva il suo secondo mandato Emilio Floris. L’otto agosto 2006 le loro firme su un protocollo d’intesa sancivano il futuro di Sant’Elia e non solo: in primis la riqualificazione del quartiere e un campus universitario nell’area ex Sem in viale La Playa ai quali vennero aggiunti (anche si tratta di interventi a sè) il nuovo lungomare dallo stadio fino al Lazzaretto e il porto per i pescatori. Il passo avanti arriva il 28 marzo di due anni dopo con l’accordo di programma quadro, ma lo stop è dietro l’angolo: il Consiglio comunale chiamato a ratificare gli atti il 24 aprile dice no a causa della limitatezza e della perentorietà del termine stabilito per la ratifica dell’accordo (30 giorni) non c’erano le condizioni per produrre in tempo utile la documentazione tecnica “che definisca e risolva tutti gli aspetti politici ed amministrativi di ordine urbanistico, edilizio, patrimoniale e contrattuale preordinati all’avvio dei lavori”. Questa la motivazione di facciata dietro la quale si nascondeva una fortissima contrapposizione tra il centrosinistra alla Regione e il governo di centrodestra al Comune, muro contro muro nella partita sul colle Tuvixeddu.

Di quelle opere non tutto è andato perduto: nel lungomare Sant’Elia i lavori sono in corso, l’appalto per la realizzazione del campus Ex Sem, anche se fortemente rivisitato, è stato aggiudicato alcuni mesi fa mentre è arrivato il via libera anche per il porto dei pescatori, pur essendo diventato un ‘porticciolo’ da 21 posti barca. L’idea Betile è recuperabile all’interno dell’accordo? “Credo di sì - prosegue Dore - è vero che l'accordo è stato portato avanti per stralci, ma i fondi utilizzati sono gli stessi”. Il nodo principale è dunque economico visto che servirebbe recuperare circa 85 milioni in tempi di crisi e di pesanti tagli agli enti locali, mentre a livello politico serve la volontà anche se ora il centrosinistra governa Cagliari e Regione: “Il grande successo dei Giganti di Mont’e Prama a livello internazionale - si legge nell’interrogazione - unitamente alla suggestione proposta da alcuni eminenti personaggi alla Giunta Pigliaru (in primis Stefano Boeri) hanno riportato in auge l’idea che Cagliari possa divenire punto di riferimento nel bacino del Mediterraneo per la storia e l’esposizione di tutto ciò che concerne la civiltà nuragica”.

Quindi “visto che alcune parti dell’accordo sono state recuperate dall’attuale amministrazione ma nulla è mai stato deliberato in ordine al Betile, nella cui area - scrivono i consiglieri - è stata invece realizzata la “controversa” arena concerti impropriamente chiamata Grandi Eventi” perchè non ripensarci?