Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Ci vediamo stasera in quel bistrot di Parigi

Fonte: L'Unione Sarda
25 marzo 2014


Le sorprese del recital al Teatro Lirico di Cagliari

 

Caterina Murino ha raccontato con magia
l'ironia di Erik Satie e la poesia di Claude Debussy

I ronico e graffiante Erik Satie non amava prendere sul serio niente e nessuno. A partire evidentemente dagli insegnamenti musicali dei suoi maestri. Così gli accordi del pianoforte di Daniele Piattelli e i vocalizzi del soprano Elisabetta Scano si piegano a dar voce ai “Ludions”, brani dai titoli improbabili, dall'“Aria del topo” alla “Canzone del gatto”, passando per la “Ranocchia americana”. Uno spaccato della Parigi tra Ottocento e Novecento, o meglio della bohème artistica che si ritrovava nei locali come Le chat noir, e irridere alla magniloquenza dell'Accademia musicale.
Eppure il modello di presentazione scelto per il concerto al Teatro Lirico di Cagliari è in tutto e per tutto convenzionale: un recital vocale con interpreti che si alternano a fianco al pianoforte, nel più classico degli standard. Dopo Elisabetta Scano è il mezzosoprano Claudia Marchi a dare toni spiritosi a “L'omnibus automobile”, mentre lo spirito corrosivo dei versi in “Pecadilles importunes” ha la calda voce recitante dell'attrice cagliaritana Caterina Murino.
Tutte belle voci, espressive, capaci di modulare nel modo migliore le melodie di Satie, ma che pagano una formula fatta di siparietti, che toglie ritmo e non aiuta a cogliere quell'aria di satira forte contro l'accademismo dello spettacolo tradizionale che era nelle intenzioni dell'autore. D'altra parte è difficile riportare su un grande palcoscenico ciò che per sua natura ha bisogno di atmosfera intima e raccolta. Eppure è una sfida che riesce a Elisabetta Scano pronta a valorizzare con il suo esteso registro vocale e il suo timbro antico, ricco di armonici, le “Cinq Mélodies populares grecques” di Maurice Ravel. L'ironia un po' sardonica torna ancora con le “Histoires naturelles” di Ravel con il mezzosoprano Claudia Marchi che sa piegare con flessibile abilità la voce, modulando verso toni gravi per descrivere un bestiario originale.
Un altro orizzonte si apre con le “Chansons de Bilitis” di Claude Debussy, tra le note sgranate delle arpe, affidate alla sensibilità interpretativa di Maria Vittoria de Camillo e Tiziana Loi, i suoni cristallini della celesta di Clorinda Perfetto, le suadenti note dei flauti di Lisa de Renzio e Maria Grazia Zanini. E poi c'è il fascino della voce di Caterina Murino, a riflettere l'impalpabile leggerezza simbolista dei versi di Pierre Louys. Evanescenze che rimbalzano dai versi ai suoni, in rimandi ricchi di sfumature che regalano sensazioni ed emozioni sottolineate dagli applausi.
Greca Piras