Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

A Sant'Elia indizi di vita preistorica

Fonte: L'Unione Sarda
24 marzo 2014


Ad affermarlo Enrico Atzeni, docente di Antichità sarde

 


«I primi indizi di vita preistorica cagliaritana» compaiono nel promontorio di Sant'Elia. Lo rivela in “Cagliari preistorica”, l'archeologo e professore di Antichità Sarde, Enrico Atzeni. Un viaggio indietro nel tempo, fino alle radici più profonde degli antenati della città. In questo colle è testimoniata ogni fase del Neolitico: Antico, Medio e Recente, 6000-2000 a.C. circa. Nell'omonima grotta di Sant'Elia, oggi distrutta, compaiono i più antichi reperti finora attestati: resti ceramici, decorati tramite impressione del cardium, cioè l'arsella, sull'argilla cruda.
In questa area si trova una delle più antiche stazioni all'aperto della preistoria sarda. Si saprebbe di più oggi se si fosse potuto studiare con continuità questa importante fase della storia cagliaritana. Grotta del Bagno Penale, di San Bartolomeo, dei Colombi: numerosi antri sul colle simbolo della città hanno ospitato i primi ripari per i cagliaritani che vissero così indietro nel tempo. Si viveva di caccia, pesca e raccolto, in perfetta sintonia con la natura, selvaggia e incontaminata. Si fabbricavano lame, punte di freccia, manufatti in selce e ossidiana.
E pensare che nella curva che porta a Marina Piccola, sono stati rinvenuti «fondi di capanna ricchi di ceneri di focolari e resti di pasto». Tutto questo un metro sotto ai nostri piedi, dove oggi in superficie non c'è più nulla.
Valentina Caruso