Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

«La città è migliorata, ma c’è molto da fare»

Fonte: La Nuova Sardegna
30 dicembre 2008

MARTEDÌ, 30 DICEMBRE 2008

Pagina 1 - Cagliari

Consuntivo del 2008 del sindaco Emilio Floris: «Noi guardiamo oltre la crisi»

«Al primo posto la questione della casa, i giovani e lo sviluppo di una nuova cultura»

Presentata un’indagine sul gradimento «Siamo stati promossi»

ROBERTO PARACCHINI

CAGLIARI. La città dei giovani e il problema occupazione, la questione-casa, Cagliari-città della conoscenza e della cultura ma anche dello sport e dell’intrattenimento, della creatività e della tolleranza. Questi i punti elencati ieri dal sindaco Emilio Floris durante la conferenza stampa di fine anno. Argomenti, come ha sottolineato il primo cittadino, che riprendono i punti del piano strategico che, secondo l’opposizione, è però fermo da almeno dieci mesi. Ma ora si riparte, è stato il messaggio implicito. E si ricomincia dopo che come candidato per la presidenza della Regione è stato scelto, da Silvio Berlusconi, un suo (di Floris) assessore: Ugo Cappellacci.
Il rivale di Renato Soru al ruolo di governatore della Sardegna era presente ieri al saluto di fine anno del sindaco. Un incontro più proiettato verso il futuro: distretto del mare e città dell’accoglienza («ma nel rispetto delle regole»). Il sindaco vede una Cagliari che guarda al dopo crisi e che, quindi, non trascura tutto quello che crea il terreno adatto al rilancio: dalla politica della conoscenza a quella turistica. «Il momento di crisi passerà: bisogna pensare a nuove fonti di occupazione e in questa prospettiva il settore della new economy è determinante».
Più che un bilancio, si è detto, nell’incontro di ieri è stato presentato un manifesto per il futuro in vista anche dell’area di libero scambio nel Mediterraneo del 2010, ma è stata ricordata anche la volontà della città di diventare un centro della cultura in grado di valorizzare i parchi ambientali e monumentali. Il tutto con un occhio d’attenzione al «livello di soddisfazione delle politiche del Comune» da parte dei cittadini, come recita un’indagine ommissionata alla Excalibur ricerche e presentato ieri.
Negli ultimi due anni il gradimento delle politiche sociali, ad esempio, è passato (in una votazione da 1 a 10) da 5,4 a 7,20. «Buono, ma bisogna fare di più»; gli interventi per i giovani e le politiche giovanili da 4,8 di «gradimento» a 6,50 e quelle di sviluppo economico da 4,9 a 6,30.
La crisi, però, si sente da prima dello scoppio della bolla finanziaria come dimostra il fatto che, come priorità negli interventi, i cittadini di Cagliari pongono l’«offrire nuove opportunità di lavoro» (richiesto dal 52 per cento dei cittadini), mentre il 48 per cento domandano di migliorare la viabilità e il 23 per cento di intervenire sulle aree periferiche.
Una Cagliari, quella ricordata ieri dal primo cittadino, che ha ancora tanti problemi da risolvere ma che, stando all’inchiesta (che ha funzionato da canovaccio alla relazione del sindaco), promuove l’amministrazione con un più 11 per cento come saldo positivo tra i giudizi «migliore» e «peggiore», rapportati alla vivibilità della città negli ultimi tre anni.
Un modo quello del sindaco per rispondere, indirettamente, a tutto ciò che è capitato in quest’ultimo mese: non solo e non tanto alle critiche dell’opposizione (che fa il suo mestiere), ma a quelle della sua stessa maggioranza che aveva accusato il capo dell’esecutivo di immobilismo. Una situazione dovuta, secondo esponenti dei partiti di maggioranza, alla contesa per la candidatura alla presidenza della Regione. Da qui, forse, la scelta di Emilio Floris di mostrare proprio a fine anno l’inchiesta sul «gradimento», che dà un 54 per cento di «abbastanza» alla domanda (rivolta a 1.600 intervistati) sul «soddisfacimento» per l’operato dell’amministrazione comunale; e un 51 per cento sulla «fiducia» nell’attuale sindaco.
Ma che cosa resta dell’accordo di programma per la riqualificazione di Sant’Elia? Il sindaco risponde rivolgendo un consiglio al suo, oramai, ex assessore Cappellacci: «Nell’articolazione dei programmi bisogna che la Regione ascolti sempre le amministrazioni locali anche quando le richieste non sembrano attinenti». E il museo Betile? «Tutto dipenderà dai progetti per le aree e gli immobili che saranno dismessi: da quelle militari all’ospedale San Giovanni di Dio. Se vi sarà necessità di un nuovo spazio, va bene, altrimenti no».
Per lo stadio, invece, tutto dipenderà dalle politiche nazionali sullo sport e «dalle possibilità che si apriranno». Per il momento non ci sono ancora certezze legislative». Mentre il campus universitario di viale la Plaia è legato ai nuovi terreni promessi dalla Regione (che li riceverà dalle ferrovie), «altrimenti una cubatura di 150mila metri cubi è impensabile». Poi ci sono Tuvixeddu, il centro storico, la questione alloggi... Tutte questioni ancora aperte.