Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

In vendita la Casa dello studente? L'ex hotel Moderno chiuso da un anno

Fonte: L'Unione Sarda
14 marzo 2014


VIA ROMA. Il presidente dell'Ersu Paolo Pirino non esclude la cessione della struttura per 7 milioni

 




Altro che quattro piani di cultura, come scriveva un cronista dell'Unione sul giornale del 12 novembre 1999. Da quando la Casa dello studente di via Roma è stata aperta, non c'è stato giorno che tutto sia filato liscio. Allagamenti e disguidi di ogni genere che oltre un anno fa hanno decretato la chiusura dell'edificio che un tempo ospitava l'ex Albergo Moderno sono le grane di cui deve farsi carico il presidente dell'Ersu (l'Ente regionale per il diritto allo studio, proprietario dello stabile) Paolo Pirino che non esclude la vendita dello storico palazzo Vivanet: prezzo 7,5 milioni di euro. Un'ipotesi che sta scatenando un dibattito acceso sull'opportunità o meno che quel palazzo nel cuore della città, a due passi dalla stazione e dal municipio, torni a disposizione di turisti e uomini d'affari e che gli studenti siano ospitati in altre strutture, magari in quello che tra pochi mesi sarà l'ex carcere di Buoncammino.
SOLDI BUTTATI Pirino, ingegnere sassarese di 29 anni, è stato chiamato l'11 febbraio con una mossa a sorpresa dall'ex presidente della Regione Ugo Cappellacci a gestire servizi per 15 mila studenti e a far quadrare i conti di un bilancio da 40 milioni di euro. Scatenando una marea di polemiche, soprattutto da parte del rettore dell'Università Giovanni Melis e degli studenti di UniCa 2.0. «L'importante che non siano attacchi personali. Da studente ho fatto parte del cda, conosco la materia», sentenzia seduto nella poltrona in pelle bianca, abbandonata il 12 gennaio da Daniela Noli per una campagna elettorale dai risultati scarsi. Dall'ufficio al quarto piano con vista su via Sassari e sul corso Vittorio Emanuele, affiancato come un'ombra dal direttore Angela Maria Porcu, presiede un cda privo di quattro componenti su cinque.
La Casa dello studente di via Roma (chiusa nonostante i milioni di euro buttati al vento), gli studenti  spalmati in altre strutture (via Trentino, via Monte Santo, via Businco, via Biasi e via Sassari) e spese alle stelle per ospitare i ragazzi nel campus di Sant'Efisio. Soldi pubblici sprecati? «Sì, ma la struttura è molto vecchia. Andavamo avanti con rattoppi, l'emergenza era diventata quotidiana e le opere di riparazione sempre più complicate: il palazzo è un bene tutelato». Qual era la causa dei disservizi? «Le perdite idriche. Le tubature erano malandate e nelle stanze degli studenti non arrivava l'acqua, che in compenso filtrava dai soffitti e finiva nella pizzeria e nel negozio di abbigliamento confinanti». Per l'acquisto sono stati spesi 12 miliardi di lire, uno dei quali a carico degli ex proprietari, la famiglia Cannas per mettere a norma gli impianti. Evidentemente i lavori non sono stati effettuati. «Non posso rispondere. Il palazzo è stato acquistato nel novembre 1997 e aperto esattamente due anni dopo. Certo è che l'impianto idrico non è stato riadattato, altrimenti non sarebbe in queste condizioni. Probabilmente la sua classificazione a bene storico non ha consentito di effettuare gli interventi necessari per sostituire e adeguare le tubature». Così, per una causa tutto sommato non insormontabile, 128 studenti meritevoli vivono e studiano in altre strutture. Fin qui niente di male, le curiosità nascono quando vien fuori che 40 ragazzi sono ospiti del college di Sant'Efisio, nel seminario di via Cadello. Quanto versa l'Ersu alla curia per questi ragazzi? «Abbiamo firmato una convenzione valida dal primo ottobre 2013 al 31 luglio di quest'anno, in pratica corrispondiamo 260 euro al mese a persona. A conti fatti 114 mila euro per un'ospitalità da albergo e con i nostri standard abitativi: camera singola, aria condizionata, bagno in camera, wi-fi e spazi. Il paradosso è che addirittura risparmiamo: per ogni ragazzo della casa di via Roma spendiamo 4.131 euro all'anno contro i 2.860 del college della curia, che riesce a risparmiare facendo affidamento ai volontari». Cosa intendete fare per riaprire la Casa di via Roma? «Abbiamo già firmato il contratto per la messa a norma degli impianti. I lavori dovrebbero iniziare entro questo mese. La struttura sarà disponibile prima dell'inizio del prossimo anno accademico».
VENDERE NON È UN'ERESIA Che palazzo Vivanet non sia l'ottimale per ospitare studenti è chiaro a tutti. «Non c'è ottimizzazione degli spazi», afferma Pirino. «Il costo medio di ogni posto-letto è troppo elevato al punto che è più conveniente esternalizzarlo». Vendere via Roma? «L'alienazione non è un'eresia. I 2.287 metri quadri di quella palazzina neogotica a quattro piani nel 2008 sono stati valutati dal professor Giampaolo Marchi 7,545 milioni di euro».
Chissà cosa ne pensa l'assessore regionale alla Cultura Claudia Firino?
Andrea Artizzu