Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

Mendelssohn secondo Cavallaro

Fonte: La Nuova Sardegna
7 marzo 2014


 
Il maestro, esperto lettore di contemporanei, dirigerà la celebre “Lobgesang” 
 
 
 
Sul palcoscenico del Comunale oltre al Coro del Lirico diretto e istruito da Marco Felli anche i soprani Serena Daolio, Rossana Cardia e il tenore Jorg Dürmüller
 
 

di Gabriele Balloi

CAGLIARI Oltre mezzo millennio fa, Johann Gutenberg donava all’Europa l’invenzione della stampa. E poco importa che i cinesi l’avessero già ideata, secoli prima, nel continente attiguo. È a lui che il mondo occidentale deve, infatti, la sua prima arma di “istruzione di massa”. Cosicché nel 1840, a un approssimativo quattrocentesimo anniversario, venne commissionata ad un altro tedesco una composizione che celebrasse l’evento. La monumentale partitura che ne derivò fu la «Lobgesang» (Canto di lode), ovvero la «Seconda Sinfonia in Si bemolle maggiore per soli, coro e orchestra op.52» di Felix Mendelssohn-Bartholdy. Sarà proprio quest’imponente ed importante pagina ad occupare l’appuntamento di stasera (ore 20,30) e domani (ore 19) con la Stagione del Lirico. A guidare l’orchestra, i solisti Serena Daolio, Rossana Cardia (soprani) e Jörg Dürmüller (tenore) nonché il coro – preparato da Marco Faelli – salirà sul podio del Comunale Angelo Cavallaro. Al suo debutto nel capoluogo sardo, non si può escludere peraltro che il direttore pisano possa offrirci una lettura “alternativa”. Difatti, pur avendo all’attivo innumerevoli titoli della tradizione operistica, Cavallaro (guarda caso, allievo di Luigi Dallapiccola!) si è affermato negli anni come specialista del repertorio contemporaneo, vantando per di più alcune “prime esecuzioni” di autori illustri come Berio, Maderna o Boulez. Potrebbe, dunque, risultare inedito o quantomeno interessante il suo approccio al romanticismo apollineo di Mendelssohn. La «Lobgesang» è composizione emblematica, strutturata come una classica sinfonia nei primi tre movimenti, mentre la conclusione è costituita da una sorta di Cantata in nove sezioni. Il testo di quest’ultima è, non a caso, tratto dai versetti di alcuni Salmi. Dopotutto, la primissima stampa diffusa in Europa fu proprio quella delle Sacre Scritture, che presero il nome di “Bibbia di Gutenberg”, il primo libro ottenuto con la tecnica dei “caratteri mobili”. La Sinfonia n.2, però, non fu inizialmente bene accolta. I coevi di Mendelssohn la criticarono come superba ambizione di misurarsi con la «Nona» di Beethoven. Soltanto a partire dall’ultimo ventennio dell’Ottocento verrà rivalutata e inserita regolarmente nei repertori.