Rassegna Stampa

La Nuova Sardegna

“Divina Commedia”, Dalì e Rauschenberg sulle tracce di Dante

Fonte: La Nuova Sardegna
7 marzo 2014

Al castello San Michele di Cagliari 
 

 
 
 
 
 

di Daniela Paba

CAGLIARI Due cerchi concentrici racchiudono tra le mura del castello di San Michele il percorso dantesco illustrato da Salvador Dalí e Robert Rauschenberg con gli occhi del Novecento. “La Divina commedia”. Figure dal XX secolo mette insieme cento xilografie a colori del maestro del Surrealismo con trentaquattro stampe dell'inferno metropolitano costruito da Rauschenberg come un collage fatto di dettagli fotografici con interventi a matita e pastello. L'esposizione, inaugurata a dicembre, è stata prorogata fino al 6 aprile ed è visibile tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18, lunedì escluso. Curata da Simona Campus la mostra ripercorre l'immaginario poetico della Commedia e consente allo spettatore di immergersi nell'arte del Novecento. Dal segno lieve di Dalí esce Dante vestito di rosso, in cammino verso una collina toscana con i cipressi in cima. Il viaggio di Dalí è ricco di riferimenti all'arte italiana del Rinascimento nelle figure femminili e nei demoni. Altre figure di dannati riportano al cubismo, alla solitudine del surrealismo, agli enigmi dell'inconscio: i peccati giganti e Dante e Virgilio piccoli, in ascolto. Bisogna arrivare al cranio squagliato sulle linee di una meridiana per riconoscere Dalí nella tavola dei bestemmiatori, nell'organo del lusingatore, nelle rocce sospese che imprigionano simoniaci e barattieri. Dante purgante tra le anime danzanti, trova una dimensione più equilibrata che lo eleva fino all'abbraccio di Beatrice e alla purificazione dell'angelo. Lo smaterializzarsi del Paradiso è reso con punti luminosi e colori, il ritorno alla materia è circoscritto allo scontro tra chiesa e impero, fino all'apoteosi di velature e trasparenze dove il segno scompare verso un empireo affollato di figure danzanti che sprigionano colore mentre pregano. L'inferno di Rauschenberg è in terra. Dante è una figurina d'uomo in mutande, le strade dell'inferno sono indicate da frecce e cartelli di benvenuto. Si scende dalle porte di un grattacielo giù verso il limbo dove si intravvedono busti scolpiti e archi di trionfo. L'inferno pop è così un groviglio di segni che cancella e isola ritagli, ha una dimensione industriale, è abitato da macchine, pistole, uomini senza volto, divise e maschere a gas mentre il colore è una macchia che brucia.