Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Auchan chiude le porte a Ikea

Fonte: L'Unione Sarda
3 marzo 2014


COMMERCIO. Tramonta l'ipotesi Pirri, si parla di un terreno di 7 ettari lungo la ex 131
 

Il colosso francese dice no: non cediamo il passo agli svedesi
 

La dichiarazione della direzione italiana di Auchan spa è perentoria: «Si smentisce la voce secondo cui Ikea arriverebbe in Sardegna al posto di Auchan»; resa nota in serata dall'ufficio stampa, sembra mettere una pietra tombale sull'ipotesi che il colosso mondiale dell'arredamento low cost si trasferisca a Pirri.
Ma allora dove, se non lì, sarà aperto il 22° punto vendita in Italia, il primo in Sardegna, dell'impero del miliardario Ingvar Kampar? «A Cagliari», ha affermato due giorni fa il responsabile delle relazioni esterne di Ikea Italia, Valerio Di Bussolo. Ma più probabilmente nell'hinterland. L'e-mail di risposta dell'ufficio relazioni pubbliche dell'azienda è cortese ma categorica: «Ci spiace ma in questo momento è davvero molto prematuro parlare alla stampa di questo progetto».
IL SINDACO Invita a pazientare qualche giorno anche Aldo Pili, sindaco di Sestu: «Al momento circolano solo voci, aspettiamo che ci sia qualcosa di più concreto». Le voci in questione riguardano un lotto di circa 7 ettari lungo la ex 131: un terreno sul quale è possibile costruire fino a 35 mila metri quadri, cioè la pezzatura media dei punti vendita di Ikea in Italia; nei mesi scorsi sarebbero intercorsi colloqui fra la multinazionale e i proprietari del terreno. Potrebbe essere il posto giusto.
L'ATTESA L'annuncio ha riacceso le attenzioni sullo sbarco nell'Isola del marchio che ha unito prezzi bassi e design scandinavo. Uno sbarco molto atteso dai consumatori sardi, ma anche da legioni di aspiranti dipendenti. Se ne parla da anni. Le prime novità concrete cinque mesi fa, con l'attivazione di due punti di recupero (ad Assemini e Sassari, entrambi gestiti dalla Blg Logistics) nei quali è possibile ritirare personalmente la merce acquistata sul sito web www.ikea.it . La scorsa estate se n'era riparlato, ipotizzando un'apertura entro il 2015: «Le ricerche per individuare un terreno idoneo sono ancora in corso», spiegavano gli addetti alle pubbliche relazioni aziendali. Già allora sotto i riflettori c'era Sestu, nel cui territorio sono attive concessioni per tre centri commerciali, due dei quali hanno però dimensioni (11mila e seimila metri quadri) inferiori agli standard del marchio gialloblù, che prevedono ampio parcheggio con posti riservati a disabili e famiglie, spazio espositivo su due piani (uno dedicato ai mobili e uno ai complementi d'arredo), zona ristoro con ristorante, caffetteria e bottega di specialità gastronomiche scandinave, area giochi.
PERDITE E INVESTIMENTI Per mesi, sulla questione è calato il silenzio. Fino a due giorni fa, quando a riparlarne è stato il responsabile delle relazioni esterne del ramo italiano della multinazionale: «Puntiamo su Cagliari visto che non siamo ancora presenti in Sardegna», ha detto Valerio Di Bussolo alla vigilia dell'inaugurazione del punto vendita di Pisa (33mila metri quadri, 300 assunzioni fatte), prevista per mercoledì prossimo. Un annuncio accompagnato dalla conferma del piano d'investimenti in Italia nonostante, è notizia di ieri, il bilancio del 2013 presenti una perdita di 15,2 milioni di euro su un fatturato di oltre un miliardo e mezzo: la seconda consecutiva, dopo quella di 10 milioni del 2012.
Marco Noce