Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Le ruspe nel parco naturale

Fonte: L'Unione Sarda
24 febbraio 2014

 

Esperti preoccupati. L'Ente: «Nessun disturbo agli animali» - I contratti di lavoro sono scaduti, non ci sono naturalisti fra i dipendenti

 


Ruspe e camion in azione, pietre scaricate: si lavora, nello stagno Bellarosa, cuore del parco di Molentargius. Opere previste da un progetto Life vinto dal Parco: c'è da ricostruire l'argine principale dello stagno, eroso dagli anni, e da realizzare degli isolotti per la nidificazione dei fenicotteri. Molti cittadini si sono allarmati, il comandante della vicina stazione del Corpo forestale domani farà un sopralluogo. Il parco rassicura: nessun disturbo agli animali.
I fenicotteri, nel frattempo, si corteggiano. «È la stagione degli amori, tra un po' sceglieranno i nidi, un momento delicato», spiega preoccupata Alessia Atzeni: naturalista specializzata in fauna, il parco l'ha letteralmente visto nascere ed è stata lei a proporre di provare a riattirare i fenicotteri nelle vecchie saline (non ci tornavano più) col trucco dei falsi nidi. In Camargue aveva funzionato. Anche qui. Ora è impossibile immaginare Molentargius senza “sa genti arrubia”, mentre, dice Alessia Atzeni, ci si deve abituare all'idea di «un parco naturale senza naturalisti».
PRECARI Da tre settimane, i contratti a termine degli ex dipendenti sono scaduti: a casa, oltre ai naturalisti, anche geologi e ingegneri ambientali. Sono i precari storici: laureati e specializzati, tutti con anni di studio e pubblicazioni in curriculum; molti sono a Molentargius da prima che esistesse il parco, quando l'obiettivo era ancora la bonifica. Quattro mesi fa l'ente, presieduto dal sindaco di Quartu Mauro Contini (che oggi, alle 12, insieme al suo vice, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, sarà nel parco per partecipare alla festa degli scout Agesci), ha approvato la pianta organica del futuro: appena 13 dipendenti fra cui, sostengono alcuni fra gli ex lavoratori del parco, non ci saranno specialisti in conservazione della natura, mentre rispetto al passato aumenteranno ruoli amministrativi e figure dirigenziali.
IL DIRETTORE «Non è così», spiega il direttore, Alessandro Sanna: «Ci saranno un naturalista, un biologo, un ingegnere ambientale con specializzazione idraulica». Assunti per concorso pubblico. Se un tempo c'erano un esperto per gli animali e uno per le piante, ce ne sarà uno che dovrà unificare le competenze: il parco, così, non rischia di sprecare risorse umane? «Il concorso pubblico - risponde Sanna - è la strada obbligata, stabilita dalla legge 125 del 2013. E non necessariamente chi ha competenze deve metterle a frutto in un posto fisso: il parco dovrà esternalizzare alcune attività, e gli ex dipendenti potrebbero giocare un ruolo».
Marco Noce

«Specie a rischio distrutta»

L'allarme degli studiosi sull'impatto della costruzione di un ponte

 

Certo, si battono per il loro lavoro e hanno tutto l'interesse a rimarcare l'importanza del loro apporto, ma sono studiosi seri e preparati, e sottovalutare i loro allarmi potrebbe essere rischioso. Così, se un'esperta di fauna come Alessia Atzeni, autrice di libri e pubblicazioni scientifiche, dice che a Molentargius sono diminuiti i gabbiani conviene drizzare le orecchie. Idem se un florista come Gabriele De Martis sostiene (e fa protocollare) che «il 7 marzo 2013, durante i lavori per la realizzazione del ponte ciclabile pedonabile inaugurato di recente di fronte all'edificio dei sali scelti, è stato sbancato un popolamento di halocnemum strobilaceum , una salicornia, pianta perenne iscritta in rosso nelle liste delle specie a pericolo di estinzione».
A costo di passare per dei gran seccatori, i naturalisti, a Molentargius, hanno difeso a spada tratta l'ecosistema delicatissimo che il parco deve tutelare. Per esempio, battendosi perché le Frecce tricolori, che tre anni fa si esibirono al Poetto, non sorvolassero lo stagno: «Proprio in quei giorni», racconta la specialista in fauna, «i pulcini dei fenicotteri facevano i primi tentativi di volo: c'erano pericoli per loro, ma anche per gli aerei».
Fosse per i naturalisti, anche sugli accessi al parco bisognerebbe vigilare con attenzione: «Spesso chi passa in bici o a cavallo o di corsa disturba gli animali, senza contare che i pulcini di specie come i cavalieri d'Italia, le sterne, i gabbiani rosei o le avocette hanno lo stesso colore della sabbia, e calpestarli è un attimo». (m. n.)

Assunzioni,
licenziamenti
e concorsi

La pianta organica

 

Pianta organica a fisarmonica, quella del Parco di Molentargius. All'apertura, nel 2007, aveva 13 tecnici, assunti con contratti di collaborazione coordinata e continuativa, più dieci operai interinali. Dal 2010 in poi si è arrivati fino a 41 unità (fra cui diversi compari, cognati, figliocci di). Nel 2012 parte dei contratti è stata rinnovata dopo una dura vertenza (occupazione dell'edificio dei sali scelti): in giugno il Consiglio regionale approvò la (discussa) legge 12, che prorogava i contratti ai precari del Parco (e al tempo stesso salvava gli stipendi dei consiglieri regionali cancellato per referendum). I lavoratori furono riassunti con contratto interinale a sei mesi. Alla scadenza dei contratti (31 gennaio scorso), il silenzio.
Cinque precari storici - Alessia Atzeni, l'esperto di flora Gabriele De Martis, l'ingegnere ambientale Luca Zambianchi, Giuseppe Fais, Giampaolo Mereu - hanno scelto di protestare, scrivendo al ministro dell'Ambiente (Andrea Orlando, ora alla Giustizia) e al presidente della Repubblica. «Il solo dirigente attualmente in ruolo ( Marco Loddo, prima al Comune di Quartu, ndr ) costa all'ente quasi 150 mila euro annui», hanno scritto al ministro. Alessia Atzeni, per protesta, non ha votato e polemicamente ha restituito il certificato elettorale al sindaco di Cagliari. Altri hanno scelto di emigrare: una specialista in ingegneria ambientale, per esempio, si è trasferita in Germania. (m. n.)