Rassegna Stampa

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Cemento sulle coste, boom di denunce e arresti in Sardegna.

Fonte: web SardegnaOggi.it
21 febbraio 2014

 Fiordalisi: "Un danno per il fisco"

In Sardegna boom di persone denunciate per aver costruito, contro la legge, nel demanio marittimo. Un triste primato per l'isola, al terzo posto in Italia, dopo Sicilia e Campania, per abusivismo edilizio. I dati contenuti in un report di Legambiente presentato oggi a Roma. Il procuratore di Tempio, Domenico Fiordalisi: "Edilizia illegale causa mancati introiti per il fisco".

CAGLIARI - 425 infrazioni accertate ovvero il 14,8% del totale su scala nazionale, 988 fra denunce e arresti, 155 sequestri. Sono i numeri che fanno balzare la Sardegna al terzo posto nella "classifica dell’abusivismo edilizio sul demanio marittimo" contenuta nell'indagine "L’Italia frana, il Parlamento condona" presentata oggi a Roma da Legambiente. In particolare tra quindici Regioni italiane prese in considerazione il numero di "persone denunciate o arrestate" per questo tipo di reato è nettamente superiore in Sardegna anche rispetto a Sicilia e Campania, contaminate da infiltrazioni di mafia e camorra.

Il report spiega: "E’ la Sicilia a guidare la classifica 2013 dell’abusivismo edilizio nelle aree demaniali marittime, con 476 illeciti, 725 persone denunciate e 286 sequestri. Al secondo posto si colloca, come lo scorso anno, la Campania, dove si riscontra però il maggior numero di sequestri, mentre sale sul 'podio' la Sardegna, che scala due posizioni rispetto al 2012 e si segnala anche per essere la regione con il maggior numero di persone denunciate, ben 988".

Il fenomeno da decenni pare non conosca crisi: se il settore dell’edilizia legale piange lacrime, con l’Ance (associazione nazionale costruttori edili) che in Sardegna parla di oltre 24 mila posti di lavoro persi nel giro di sei anni, le betoniere fuorilegge rimangono accese. "Nel 2013 a livello nazionale, tra case realizzate ex novo e significativi ampliamenti di volumetria in immobili preesistenti, sono stati calcolati 26mila nuovi abusi". C’è poi l’effetto complessivo: tra il 2003 e il 2011, il Cresme (Centro Ricerche Economiche Sociologiche e di Mercato) ha censito 258mila case abusive, per un giro di affari illegale, basato sui numeri e sui valori immobiliari medi, che Legambiente valuta in circa 18,3 miliardi di euro.

A Roma oggi era presente anche il procuratore capo in Tribunale a Tempio Pausania, Domenico Fiordalisi: "Questa edilizia abusiva - ha detto - toglie entrate al fisco e oltretutto si tratta spesso di immobili impignorabili. La sanzione della demolizione è gravida anche di fortissime tensioni sociali perché, spesso, per le persone interessate è ben più grave di quella pecuniaria e perfino della minaccia di carcere" ha rimarcato il procuratore, in prima linea nella lotta all'abuvismo nell'isola. Ha poi concluso affermando che i Comuni non sono "i soggetti idonei a gestire gli abbattimenti di immobili abusivi e le tensioni sociali collegate a questi fenomeni".