DOMENICA, 28 DICEMBRE 2008
Pagina 1 - Cagliari
Primo consuntivo della Confcommercio sugli acquisti del periodo festivo
Hanno tenuto alimentari (soprattutto i prodotti locali) e abbigliamento di marca
Giancarlo Deidda: «Flessione nelle compere ma non da due cifre» Lino Bistrussu: «Ora tutti noi speriamo che ci salvino i saldi»
ROBERTO PARACCHINI
CAGLIARI. «Sì, la flessione nelle vendite c’è stata ma non è stata a due cifre come si temeva», afferma Giancarlo Deidda, presidente provinciale della Confcommercio e della Camera di commercio. I settori che hanno tenuto di più sono stati gli alimentari e i prodotti di marca. Ma i dati «devono essere ancora studiati in maniera analitica. Per il momento abbiamo solo indicazioni di massima». Tra i comparti che hanno tenuto c’è quello dei voli low cost. «Anche in questo ambito, però, bisognerà verificare - continua Deidda - se sono più gli arrivi o le partenze. E, in quest’ultimo caso, occorrerà capire che tipo di offerta ha attratto di più i cagliaritani fuori dall’isola. Il tutto per migliorare l’accoglienza».
«Quest’anno sarà la stagione dei saldi», spiega il responsabile della Confcommercio. L’abbigliamento è tra i settori maggiormente penalizzati (a parte i prodotti di marca) e gli interessati sperano nei saldi. Un settore, quest’ultimo, diventato un punto di riferimento obbligato per moltissimi negozianti che nelle svendite di gennaio vedono il modo per far riequilibrare i conti. «Ma si tratta sempre di un ripiego, nei saldi seri non c’è guadagno - sottolinea Lino Bistrussu, negoziante di abbigliamento e vice presidente della Confcommercio - molti venditori, però, hanno i negozi pieni di merce e c’è l’esigenza di realizzare per pagare i fornitori e liberare i magazzini. Ma non è un sistema per guadagnare».
Per le vendite di Natale, un settore dove «bisogna analizzare bene i dati è quello elettronico - sottolinea Deidda - in questo comparto ci si è a macchia di leopardo: in alcuni giorni c’è stato un crollo nelle vendite, in altri non si riusciva a entrare nei negozi». Mentre, come accennato, hanno retto i prodotti alimentari. La cena della vigilia e il pranzo di Natale hanno giocato a favore di agnelli, porchetti, pesce, frutta e verdura. «In questo ambito c’è stata una buona affermazione dei prodotti locali, quelli a chilometro zero. Ma non tanto per un problema di carattere ecologico o per l’aumentata sensibilità ambientale, bensì per il costo minore di questo tipo di cibi». Come dire: meno ananas e più arance.
Anche dal punto di vista del cliente, l’afflusso ai negozi è stato minore. «Molti hanno fatto acquisti mirati», informa Deidda. Un comportamento tipico dei momenti di riduzione della spesa. «Anche se va detto che in Sardegna non c’è stata la riduzione degli acquisti vicino al venti per cento di altre parti d’Italia - precisa Bistrussu - da noi la flessione c’è stata, ma non a questi livelli». Un fatto che alcuni spiegano con la constatazione che nell’isola e nel capoluogo gli acquisti erano già in costante diminuzione, anche negli anni passati. Da qui una riduzione più contenuta. «Se vogliamo ridare fiato ai consumi dobbiamo capire meglio la nostra situazione - continua Deidda - soprattutto per ipotizzare gli scenari futuri. Bisognerà riunirsi attorno a un tavolo per capire, assieme a tutti gli attori sociali interessati, il modo di valorizzare i prodotti locali. Il pericolo maggiore è la deflazioine: la contrazione dei consumi sarebbe veramente pericolosa perchè porterebbe a una diminuzione dei prezzi senza che, a monte, vi sia una riduzione dei costi. E questo, a cascata, porterebbe a una forte penalizzazione delle piccole aziende che, in questi casi, interrebbero sui costi fissi (come il personale). Per questo è importante prendere subito delle contromisure adeguate». In questo settore un ruolo importante lo avranno gli istituti di credito. «Si parla di una diminuzione del costo del denaro - dice Deidda - ma il problema è quanto, poi, viene effettivamente erogato dalle banche». Non va dimenticato, infatti, che la crisi che stiamo vivendo è nata in termini finanziari. Molti istituti stanno puntando a una rivisitazione (in senso restrittivo) dei parametri per il prestito del denaro. In tal senso un ruolo importante potranno svolgere i vari Fidi di categoria, come elemento di garanzia per le aziende».
Tornando alle vendite, tra i prodotti che hanno retto ci sono quelli legati ai marchi. «E questo deve far riflettere - afferma Deiddda - vuol dire che c’è un problema di distibuzione dei nostri prodotti di qualità». Nel settore della ristorazione, invece, un certo movimento si sta registrando per il cenone di Capodanno. «Ma anche se in questo settore - precisa Deidda, che è anche titolare del Dal Corsaro di Marina Piccola - c’è molto da fare, soprattutto nella creatività. Occorre porre più attenzione ai menù».