Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Delogu: «Una nuova intesa per fare il parco a Tuvixeddu»

Fonte: L'Unione Sarda
13 febbraio 2014

 

L'ex sindaco: l'accordo di programma è valido e la necropoli da valorizzare

 

Mariano Delogu sospira: un lungo «Eh», come si fa davanti a un bel dilemma. Tema: Tuvixeddu, la necropoli punico-romana più importante del mondo, e lo stop di otto anni fa ai lavori che il gruppo Nuova iniziativa Coimpresa (che fa capo all'imprenditore Gualtiero Cualbu) effettuava sul colle per realizzarvi un complesso edilizio. Fu Delogu, da sindaco di Cagliari, nel 2000, a promuovere l'accordo di programma che permise di avviare quei lavori, bloccati sei anni dopo dalla Regione. Il dilemma sta nel raffronto fra due sentenze. La più recente è della settimana scorsa: la Corte d'appello civile di Roma, respingendo la richiesta di sospensiva del lodo arbitrale, ha ribadito che la Regione Sardegna dovrà risarcire per lo stop ai lavori a Tuvixeddu 78 milioni di euro, con la Regione che ha annunciato ricorso. Tre anni, fa, però, il Consiglio di Stato riconobbe la legittimità del Piano paesaggistico regionale varato dalla Giunta Soru, da cui discendeva il blocco dei cantieri edili. Insomma, è stato giusto o sbagliato, otto anni fa, fermare le ruspe?
Non è che il problema sta proprio in quell'accordo di programma?
«Non direi. Quell'accordo, stipulato da Comune, Regione e Coimpresa, nacque con un duplice obiettivo da parte del Comune: da un lato acquisire la proprietà dell'area in cui si trovano le tombe; dall'altro evitare la causa che i proprietari privati di quell'area, fra i quali anche Coimpresa, stavano per intentare per i terreni espropriati; sul possibile esito di quella causa gli avvocati del Comune erano pessimisti. Obiettivi entrambi raggiunti».
L'accordo è ancora valido?
«Certo. Per la Regione il problema sta tutto lì: non è che prima firmi un contratto e poi cambi idea e dici che stavi solo scherzando».
Però, finché resta in vigore il Ppr del 2006, a Tuvixeddu non si può costruire. La Regione deve 78 milioni a Cualbu, che si è detto disponibile a “discutere”. Quale sarà il punto di caduta?
«Il mio auspicio è che ci sia, un punto di caduta. Si potrebbe consentire a Cualbu di costruire qualcosa e lui rinuncia al risarcimento. L'importante è mettere fine a un contenzioso che è sfociato anche in un processo penale e ha impedito la realizzazione del parco: oggi Tuvixeddu è un letamaio. Invece i cagliaritani devono poter visitare queste tombe».
Lei crede nel valore culturale della necropoli?
«È un sito certamente singolare, che per gli appassionati di archeologia ha un grosso rilievo e potrebbe avere potenzialità turistiche».
Marco Noce