Rassegna Stampa

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Crisi Sardegna, Soru si dimette "Orgoglioso delle cose fatte"

Fonte: Repubblica.it
24 dicembre 2008

Il governatore in contrasto con la maggioranza di centrosinistra
"Inutile proseguire, serve un Consiglio forte e non uno che galleggi"


CAGLIARI - In Sardegna si torna a votare. "Mi dimetto" dice il presidente dimissionario della Regione Renato Soru, poco prima di rientrare in Consiglio regionale dov'è in corso il dibattito-fiume sulle sue dimissioni. "E' inutile proseguire, serve un Consiglio forte e non uno che galleggi" taglia corto il fondatore di Tiscali che aveva annunciato le dimissioni dopo che il Consiglio aveva bocciato a scrutinio palese (con 55 voti contrari e 21 a favore) un emendamento voluto dallo stesso Soru alla nuova legge Urbanistica. In realtà la crisi con la sua maggioranza era nell'aria da tempo, alimentata da forti tensioni nel Pd, spaccato a metà come il gruppo al Consiglio Regionale.

Dopo le dimissioni l'ex governatore aveva rifiutato ogni tipo di ricongiungimento "formale" con la sua maggioranza, mettendo sul piatto una serie di condizioni per tornare sui suoi passi: adozione dei vincoli paesaggistici nelle zone interne dell'isola, approvazione delle linee elaborate dalla Giunta per la manovra finanziaria 2009, completamento della riforma su istruzione e formazione professionale, riduzione a 80 del numero dei consiglieri, moralizzazione della politica con riduzione di sprechi e indennità aggiuntive dei consiglieri regionali.

Nel pomeriggio, poi, dall'opposizione di centrodestra, arriva un secco no all'appello bipartisan del governatore per evitare il voto. Si iscrivono a parlare in 60. Poi arrivano le parole di Soru che chiudono la questione: "E' inutile perdere altro tempo. Ridiamo la parola ai sardi". E consegnano l'isola al voto anticipato a febbraio.

"Le dimissioni le avevo presentate perchè
ritenevo che stessimo contraddicendo quanto di importante e di buonissimo avevamo fatto nel governo del territorio. Ma oggi, al di là di richiami all'unità o di parole generiche - dice Soru in aula -, volevo sentire dell'importanza del Piano paesaggistico o della sua applicazione nelle zone interne. Così non è stato. Senza alcun dramma rivendico con orgoglio il grande lavoro fatto dal centrosinistra, mettendo al centro l'interesse della Sardegna senza tirare a campare o, a spese di tutti i sardi, cercare facile consenso".

A cose fatto Soru non mostra pentimenti: "Stanotte dormirò bene perché so che ho cercato sempre di dare il meglio di me stesso anteponendo a tutto gli interessi dei sardi. - dice, lui che è il primo presidente
in 60 anni di Autonomia della Sardegna che chiude la legislatura anticipatamente - So che domani, quando riconsegnerò le chiavi lascio una Regione senza scheletri nell'armadio, senza una tv in ogni stanza ma con più computer, una Regione più moderna con delle regole certe e con un bilancio risanato".

Il domani significa un anuova campagna elettorale. E Soru ci sarà: "Da dopodomani sarò in giro per i paesi della Sardegna a raccontare cosa abbiamo in questi anni e a presentare un programma certamente diverso da quello della destra".

(23 dicembre 2008)