Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

I costi salati del Punteruolo

Fonte: L'Unione Sarda
6 febbraio 2014

 

La Regione pubblica le nuove regole per fermare il coleottero - I cittadini devono provvedere a trasportare le piante nei centri comunali a loro spese

 


La Sardegna sta trasformandosi in un immenso cimitero di palme. Lentamente e inesorabilmente. Sei anni di “misure d'emergenza per il controllo del punteruolo rosso” sono serviti a poco o nulla: il coleottero Rynchophorus ferrugineus non può essere imbrigliato né sconfitto, anzi dilaga in modo esponenziale. Un tempo simbolo di gloria (la vittoria, ma anche il martirio, o la benedizione), la palma diventa segno di disfatta: colonne morte.
NUOVE REGOLE Ci sono però delle novità nei tentativi di contenere il diffondersi del parassita. Il Bollettino ufficiale della Regione ha reso operativa un'ordinanza che aggiorna le prescrizioni del Piano d'azione del 3 dicembre scorso per chi detiene palme (sia privati che enti pubblici), indicando i compiti irrinunciabili dei Comuni e dei cittadini. Il provvedimento punta alla distruzione delle piante infestate e - quindi - all'eliminazione delle larve dei punteruoli rossi. Si cerca così di ridurre il danno, contenere i costi, offrire un servizio ai cittadini ed evitare la produzione di rifiuti dannosi (che sono i fusti delle palme morte, pieni di larve che diventeranno punteruoli affamati di palme vive).
LA RACCOLTA Le nuove disposizioni impongono innanzitutto ai Comuni di creare in tempi stretti - entro un mese - dei centri di deposito , aree di conferimento temporaneo dove convogliare le palme uccise, che lì verranno triturate e interrate, oppure bruciate (soluzione meno indicata). L'eliminazione totale riguarda gli alberi pubblici e quelli privati: i possessori di palme che non saranno riusciti a proteggerle dovranno scaricarne i resti in quei depositi. A loro spese. Saranno i servizi municipali a distruggere legno e larve, ma ciò potranno farlo anche gli stessi privati nei rispettivi giardini o cortili. In pratica, chi detiene palme e si accorge dell'aggressione dell'insetto deve subito informare il Comune e adempiere ai provvedimenti obbligatori. Può scegliere il modo: interessare una ditta specializzata che abbatta la pianta malata e la sbricioli, trattarne i frantumi con insetticida e seppellirli in giardino (se si ha un giardino) o farli trasportare nell'area comunale di conferimento; oppure può farla tagliare in diversi ceppi, così che basti un furgoncino per trasferirla ridotta in pezzi.
COME DISFARSENE È un'operazione del tutto simile allo smaltimento dei rifiuti ingombranti, come per esempio ci si disfa di macerie residue dopo lavori di ristrutturazione edile in casa. I costi ci sono, ma ridotti al minimo. Per la consegna (gratuita) nell'area di deposito occorre un appuntamento con il servizio municipale, che preliminarmente dovrebbe garantire ai possessori di palme anche gli insetticidi e l'attrezzatura minima per salvare le palme ancora non aggredite (per esempio il tubo apicale per il fitofarmaco a doccia, o la cannula-siringa per l'endoterapia nel tronco). Viene detto che il materiale di protezione sarà distribuito dalla Regione ai Comuni, per ora attraverso le Province. Ma è meglio affidarsi al condizionale, perché ancora è presto sapere se gli enti istituzionali aderiranno correttamente alle misure indicate dal tavolo fitosanitario della Regione (che non cessa di studiare il fenomeno, discutere, cercare soluzioni) e rese ufficiali da firme e timbri assessoriali e presidenziali.
LA REAZIONE Resta da vedere, infatti, come risponderanno i Comuni. Cagliari e tutte le altre città e paesi della Sardegna sono piene di fusti di palme morte che nascondono decine di migliaia di larve pronte a trasformarsi in punteruoli rossi. Eppure già da tempo c'è l'obbligo di eliminare subito le piante infestate. Come può un cittadino serenamente obbedire, se non obbedisce l'ente istituzionale chiamato agli stessi doveri? Ora verranno realizzati i centri di smaltimento? E quando e dove? Per i Comuni, così come per i privati cittadini, resta almeno una notizia consolante: i resti delle palme uccise sono materiale ammendante : significa che i frantumi dei tronchi di palma sono buon concime per la terra. In sostanza, i centri di smaltimento saranno enormi compostiere, e così le aree private che hanno perso le palme. Infine, ogni Comune ha ora la possibilità di vendere fertilizzante. E il punteruolo diventa un affare.
Mauro Manunza