Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Guerra al lavoro nero

Fonte: L'Unione Sarda
5 febbraio 2014

05 febbraio 2014
 

Mozione: concessione revocata a chi viola i patti - Il 66 per cento delle aziende commette piccole irregolarità

 


Lavoro nero, l'allarme è nei dati: il 66 per cento delle aziende in città non rispetta le regole a tutela dei dipendenti. La Direzione regionale del lavoro, in un'indagine fatta due anni fa sulle attività dai contorni opachi - «situazione oggi identica», stima Carmelo Farci, da quattro mesi segretario della Camera del lavoro di Cagliari - ha individuato 1.863 aziende e 6.807 lavoratori irregolari (su 2.825 ispezioni) e più 863 operai (il 13 per cento) senza contratto.
Per rilanciare l'attenzione sul fenomeno del lavoro illegale in città, i consiglieri comunali Enrico Lobina (Federazione della Sinistra) e Giovanni Dore (Sardegna Pulita) hanno presentato un'interrogazione («Difendiamo i lavoratori e gli imprenditori onesti, basta con il lavoro nero negli spazi dati in concessione») e, con i capigruppo Davide Carta (Pd) e Sergio Mascia (Sel), una mozione per l'«introduzione di clausole sociali nelle concessioni operate dal Comune» e il lancio di una «campagna informativa contro il lavoro nero».
PROTOCOLLO Il presupposto che richiama l'attenzione sul lavoro nero è il “Protocollo d'intesa in materia di appalti pubblici” firmato nel novembre 2011 dalla Direzione territoriale del lavoro, poi dall'Inps, Provincia di Cagliari e del Medio Campidano, Confcooperative, Legacoop, Cgil e dalla Cisl.
REGOLE Il Comune di Cagliari (delibera del settembre 2012) ha poi recepito i contenuti dell'intesa che stabilisce e pretende l'applicazione di un codice di comportamento chiaro. I più importanti: utilizzare appaltatori che applichino quanto previsto dagli accordi di settore «verificando costantemente la regolarità contributiva e retributiva nei confronti del personale impiegato»; la sottoscrizione di clausole di rescissione contrattuale «in caso di violazione degli obblighi normativi e contrattuali in materia di regolarità e sicurezza delle condizioni di lavoro». Privilegiare poi il criterio di aggiudicazione dell'offerta economicamente più vantaggiosa e «contenere il peso dell'elemento prezzo nei limiti del 50 per cento», far valere i requisiti di «capacità tecnica ed economica di accesso alla gara», per «dimostrare la presenza di adeguate capacità tecnico-professionali nelle imprese». Tra gli altri punti da considerare: il costo del lavoro «in rapporto al personale impiegato», le «spese per la sicurezza sul lavoro» e la verifica della «congruità economica dell'importo a base d'asta e dell'offerta di gara».
LA RICHIESTA I firmatari della mozione chiariscono che «è intendimento dell'amministrazione comunale eliminare l'uso di manodopera in condizioni illegali in nero da parte di soggetti titolari di concessioni comunali» ma c'è anche la «ragionevole convinzione che questo tipo di manodopera venga utilizzata». Come intervenire? La proposta: «Prevedere un sistema di sanzioni per i soggetti beneficiari di concessioni demaniali che non osservino le norme relative al loro rapporto con i loro dipendenti».
Al sindaco e alla Giunta viene chiesto di «emanare norme specifiche» e di «attribuire una specifica competenza a una struttura dell'Amministrazione per un controllo immediato, e poi periodico, del rispetto delle norme sulla tutela dei rapporti e delle condizioni di lavoro». Chiesta anche una campagna informativa e la «revoca delle concessioni nei casi di abituale violazione delle disposizioni sulla tutela dei lavoratori, ammettendo una regolarizzazione in proposito solo nei casi di minime infrazioni».
Pietro Picciau