Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Tre Paesi: se l'obiettivo è soggettivo

Fonte: L'Unione Sarda
31 gennaio 2014

Fotografia. Mostra al Lazzaretto 

 

 

Fotografia.che viaggiano. E che riflettono su quello che vedono e pensano che ogni reportage sia una testimonianza.
Abbandonano qualsiasi pretesa di oggettività, le sequenze di “3 Paesi”: interessante mostra, curata da Emanuela Falqui, organizzata dalla Galleria S'Umbra e allestita dal 1 febbraio al 2 marzo al Lazzaretto.
Erik Chevalier è stato a Cuba per un mese. All'inizio, racconta, è stato distratto dall'allegria delle persone, dalla giovialità dell'accoglienza. Pian piano, però, si è accorto che dietro quegli atteggiamenti sorridenti si nascondeva una zona opaca. Ha percepito una sorta di linea di confine tra ciò che si poteva dire e ciò che era meglio tacere. Una censura, autoimposta, che invitava alla prudenza i suoi interlocutori. Ecco il perché dell'immagine di un giovane cubano con gli occhi offuscati. Un fuori fuoco ripetuto in altre stampe a plotter. Anche la maglietta del Che, ha i tratti alterati. Chevalier, artista che ha praticato a lungo la pittura, ha tratto alcune delle didascalie dal fascicolo di figurine “Trionfo de la revoluciòn caìda de Batista”, storia illustrata della caduta di un dittatore.
Luca De Melis è partito per la Cina in occasione del diciottesimo congresso del Partito Comunista. Poi si è allontanato da Pechino, per cercar di capire come sia il paese lontano dalla capitale. Ha risalito i fiumi in canoa, ha fatto l'autostop, si è fermato nei villaggi e in una città ancora intatta costruita nel 1300. Gli ha fatto da guida spirituale il poeta Ai Qing, padre del dissidente Ai Wei. Ha ripreso architetture e persone, ha scovato gli spettatori seduti nelle sedie un teatro popolare, i calendari di Mao ancora appesi alle pareti. Ha sviluppato in camera oscura e stampato ai sali d'argento su carta baritata. Quando è tornato, si è portato dietro un album rilegato in cuoio datato 1961: foto di famiglia, genere nostalgico odiato dalle Guardie Rosse.
Ghana, nell'itinerario di Alessandra Spano. Bianco e nero per gli scatti analogici e colore per il digitale. Al centro dell'indagine, le persone colte nelle occupazioni quotidiane. Figure di passanti, studentesse, un uomo davanti a un negozietto chiuso, barche a secco nella bella serie di “To be a man is not easy”. Vedute che abbracciano vasti panorami , oppure escludono i volti dei soggetti.
I protagonisti di “3 Paesi” sono redattori del quadrimestrale in italiano e inglese “Fuoritema”. Rivista che si propone di “trovare una sintesi tra aspirazione formale e il bisogno di raccontare”. Equilibrio che le immagini in mostra sembrano aver raggiunto: nitide e misteriose insieme, suggeriscono più che descrivere. Con sapienza e procedimenti tecnici desueti e contemporanei, in una scelta stilistica fatta di ricerca e sperimentazione.
Alessandra Menesini