Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Meraviglie di Sardegna: la bottega è in teatro

Fonte: L'Unione Sarda
22 dicembre 2008




Su ogni gradino della scala del Teatro Civico di Castello, a Cagliari, una matassa di lana e la sagoma di un pastore. Colorata, affollata di oggetti e tessuti, la mostra “Su Cologone Style” mescola tradizione e sperimentalismo. Organizzata da Giovanna Palimodde (e visibile fino al 6 gennaio), la rassegna schiera il meglio della produzione delle botteghe d'arte nel territorio di Oliena.
C'è una ricamatrice, a passare veloce ago e fili di seta sugli scialli neri dalle lunghe frange e ognuno degli angoli allestiti ai piani superiori del Teatro riproduce l'ambiente delle botteghe artigiane ospitate nelle scuderie dell'hotel. Celebre per aver da sempre coniugato gastronomia, accoglienza e cultura, Su Cologone vanta nella sua struttura vari locali dedicati agli artisti: a Federico, Melkiorre e Isa Melis. Alle sorelle Edina, Iride e Lavinia Altara. A Eugenio Tavolara e Tonino Anfossi, alla Lenci, ai ceramisti di Dorgali. La collezione permanente include, per citare qualche firma, le opere di Giuseppe Biasi, di Stanis Dessy, di Francesca Devoto, di Filippo Figari, di Felice Melis Marini, di Giovanni Nonnis, di Bernardino Palazzi. Tra i contemporanei, valgano i nomi di Maria Lai, Igino Panzino, Pinuccio Sciola. Ma c'è anche un'importante raccolta di “Bertulas” e “Collanas”, le bardature di festa per i buoi e i cavalli. E maschere, cassapanche intagliate, bacili in metallo.
Giovanna Palimodde - presente a Cagliari anche nelle vesti di pittrice di luminosi paesaggi - parla con trasporto della sua attività e delle regole di benvenuto imparate da sua madre Pasqa. Indica gli oggetti, li sfiora e di ognuno racconta la storia. Il suo biglietto da visita è un cartoncino tagliato a triangolo: riprende simbolicamente la forma dello scialle, indumento che innamora e molto somiglia a un manto.
Tutto ciò che anima l'esposizione è fatto a mano e al telaio. Anche l'ecrù di bellissimi cuscini decorati con frammenti delle gonne dei costumi sardi, anche le minuscole bisacce in velluto e damasco che servono a riporre le chiavi o a riempirsi del profumo dell'elicriso.
In mostra, i dipinti di Liliana Cano, i gioielli di Angelo Merù, Daniele Sitzia, Patteri, Rocco e Maria Conte, le tessiture di Franca Costa e Tonina Salis. In gran numero, le ceramiche di Marco Silecchia (discendente di Giuseppe) riprendono le antiche fogge o le rivoluzionano, come nel caso di alcuni piatti convessi, da appendere al muro come fossero cestini. Dietro una tenda, sotto un baldacchino, il letto di ferro battuto disegnato da Ciusa, sul comodino i libri che parlano di lui.
Assai concentrata, la selezione si impadronisce di ogni cantuccio del Teatro cagliaritano. I pianerottoli, il soffitto, le balaustre, i vani delle finestre sono invasi dal bruno cuoio e dall'oro dei monili, dal turchese prevalente di una cromia che fa pensare al mare, più che ai monti del nuorese. È una Sardegna molto calda, quella che ne viene fuori, solatia e fiorita. Un'isola orgogliosa dei saperi artigiani che trova nei manufatti del marchio “Su Cologone Style” un'espressione di alto livello estetico.
ALESSANDRA MENESINI

22/12/2008