La delicata arte del Gala perfetta per l'Abbagnato - Uno spettacolo di grande qualità tecnica. La chiusura corale sulle note di Chopin
Visti i nomi, si capisce perché il Gala internazionale di danza proposto domenica al Lirico di Cagliari per l'apertura della stagione del Circuito regionale danza Sardegna, ha fatto il pieno di pubblico e applausi. Un cast di danzatori straordinari (5 uomini e 4 donne), riuniti da Eleonora Abbagnato, in un evento replicato ieri al Nuovo Comunale di Sassari. Il Gala è un'arte delicata e difficile: non troppo e neanche poco, quadri che si alternano con atmosfere diverse, a contrasto. Così è anche in questo spettacolo di grande qualità, diviso in due parti, tra ammalianti passi a due, assolo governati da tecnica ed espressività perfette, e, al termine, un bellissimo momento corale.
Una serata che scorre su un programma studiato nei particolari, dove predominano i lavori di Petit (che tenne a battesimo la carriera dell'allora undicenne danzatrice siciliana), e i rimandi a quelli creati da grandi coreografi per il Balletto dell'Opéra di Parigi, di cui l'Abbagnato è étoile. Storiche coreografie come “Rendez vous” e “La prisonnière”, che la carismatica Eleonora interpreta con ottimi partner, Benjamin Pech e Jean Sébastien Colau, oppure il “Pipistrello”, che vola alto sospinto dalla bravura di Mara Yakovieva e Roman Lazik. O ancora, “In the middle somewhat elevated” di Forsythe, che insieme alla Bausch, ha contribuito a mutare radicalmente il modo di creare, pensare e strutturare il movimento e la coreografia. Danza post-classica, rapinosa negli sferzanti disequilibri fuori asse, avvolta da fendenti sonori vibrati da Thom Willems, magnificamente eseguita da Alice Renavand (nominata lo scorso mese étoile dell'Opéra di Parigi) e Alexandre Gasse. E poi, “Le Parc” di Preljocaj, tra i maestri della nouvelle danse francese: un inno all'amore e al desiderio, con linee spezzate e corpi che ruotano nell'aria, ricco di pathos, “cantato” dagli intensi e coinvolgenti Renavand-Pech, su musiche di Mozart. Non è tutto, perché nella collana di passi a due pensata per il gala, il programma incastona uno splendido assolo di Gasse, che nel proprio corpo custodisce una gemma di Béjart, “Sept danses greques”, montata su musica di Theodorakis. Un pezzo di bravura assoluta basato su un gran lavoro di busto e braccia, e gambe che fendono lo spazio con misurata precisione. La parte finale dello spettacolo regala “In the night” di Jerome Robbins, dove accarezzate dai Notturni di Chopin, eseguiti al pianoforte da Enrica Ruggiero, tre coppie di danzatori, Yakovleva e Federico Bonelli, Ketevan Papava e Lazik, Abbagnato-Colau, incarnano aspetti dell'amore vissuto in età diverse.
Carlo Argiolas