Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Zedda, l'inchiesta è chiusa

Fonte: L'Unione Sarda
9 gennaio 2014

Cade l'accusa di falso, non quelle di abuso d'ufficio - Sindaco nei guai per la nomina dell'ex sovrintendente Crivellenti

 

Cade l'accusa di falso, ma raddoppia quella di abuso d'ufficio. Il pm Giangiacomo Pilia ha chiuso l'inchiesta sul sindaco Massimo Zedda legata alle vicende del Teatro Lirico. Un esito atteso da giorni, che salvo colpi di scena dovrebbe culminare nelle prossime settimane nella richiesta di rinvio a giudizio per il primo cittadino, tutelato dall'avvocato Giuseppe Macciotta.
LA NOMINA DELLA CRIVELLENTI La prima contestazione riguarda la nomina a sovrintendente di Marcella Crivellenti, risalente all'ottobre 2012 e annullata dal Tar lo scorso novembre. In questo caso l'abuso d'ufficio sarebbe consistito nell'aver «procurato intenzionalmente un ingiusto vantaggio patrimoniale» alla manager barese, a cui venne affidato l'incarico nonostante non avesse partecipato alla manifestazione pubblica d'interesse con 44 candidati e non avesse presentato nei termini indicati dal bando alcun curriculum. In particolare - è l'accusa del pm Pilia - Zedda consegnò «di persona e a mano, nel corso della riunione del Cda del primo ottobre 2012, il curriculum della Crivellenti», avrebbe poi «perseverato insistentemente nell'opera di convincimento in ordine alla nomina nonostante le riserve e le rimostranze di alcuni membri del Cda, alcuni dei quali manifestavano palesemente la non adeguatezza della stessa a ricoprire l'incarico» e infine assunse «su di sé la responsabilità della propria scelta» «operando forti pressioni sugli altri membri del Cda affinché la nomina risultasse condivisa all'unanimità».
COME IL TAR Ma soprattutto - come già sentenziato dal Tar a novembre - Zedda omise «di revocare, con provvedimento motivato, la stessa manifestazione d'interesse alla quale la Fondazione si era auto vincolata», nominando la Crivellenti «sulla base di criteri prettamente personali, senza procedere né alla valutazione in concreto dei requisiti tecnico professionali» richiesti dallo Statuto «né a una corretta analisi comparativa con le altre candidature», violando così «sia i principi di imparzialità trasparenza e buon andamento della pubblica amministrazione, sia di quelli relativi alla piena ed effettiva autonomia degli organi di gestione della Fondazione dall'autorità nominante, nonché della regola dell'obbligo di motivazione».
LA REVOCA DI GIORGIO BAGGIANI La seconda imputazione riguarda invece la revoca del consigliere di amministrazione Giorgio Baggiani nominato da Emilio Floris poco prima delle elezioni e sostituito da Zedda il 17 dicembre 2012 con Corrado Cabras. In questo caso il sindaco, con la sua condotta, avrebbe intenzionalmente provocato un danno ingiusto a Baggiani, omettendo ripetutamente di dare corso al suo insediamento, non provvedendo alla verifica della regolarità della sua nomina e infine mandandolo via con «l'illogica e carente motivazione secondo la quale il mancato controllo sulla nomina avesse impedito al sindaco di verificare la sussistenza di un rapporto fiduciario con il nuovo componente», rapporto fiduciario che è invece escluso dallo Statuto secondo il quale i consiglieri «non rappresentano coloro che li hanno nominati né ad essi devono rispondere». Argomentazioni simili a quelle che, a novembre, avevano portato il Tar ad annullare anche la revoca di Baggiani e ad ordinare il suo reintegro nel Cda.
M. Le.