Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Unica nota dolente: lo stadio

Fonte: L'Unione Sarda
7 gennaio 2014

Massimo Bontempi lascia la Questura dopo 15 mesi - A capo della polizia cittadina da ottobre 2012: «I reati sono in calo»

 

Massimo Bontempi ammette: «Sono in leggero aumento le rapine negli esercizi commerciali: un segno della crisi. Ma la polizia ha lavorato benissimo, grazie anche ai cittadini».

«Il bilancio di questi quindici mesi da questore è positivo: i reati sono in calo e abbiamo gestito al meglio l'ordine pubblico nelle tante manifestazioni svolte in città. Un cruccio? Che non si sia raggiunto un risultato definitivo sulla questione stadio». Massimo Bontempi, bresciano, 57 anni, aveva varcato la porta dell'ufficio al secondo piano della questura di via Amat il 3 ottobre 2012. Ieri, l'ultimo giorno da questore di Cagliari: va a occuparsi di sicurezza alla Camera dei deputati, sarà sostituito da Filippo Dispenza. I suoi collaboratori sono nel corridoio per salutarlo. «Ringrazio tutti gli uomini della questura. Tornerò in Sardegna da turista, sono innamorato di questa terra», dice tradendo un po' di emozione.
È tempo di bilanci: Cagliari città sicura?
«I dati del 2013, non ancora definitivi, danno un calo dei reati. Sono in leggero aumento le rapine negli esercizi commerciali: un segno della crisi. Ma in questi quindici mesi i risultati positivi sono molti. Penso agli episodi di violenza, i tentati omicidi e le sparatorie: sono avvenuti, è innegabile, ma grazie all'attività investigativa della Mobile tutti i casi sono stati risolti con l'arresto dei responsabili».
Avete gestito decine di manifestazioni subendo anche critiche. Cosa risponde?
«Solo in pochissimi casi si è arrivati a un confronto “muscolare”. A Serbariu, nel novembre 2012, la situazione più difficile. Ma è stata sbagliata la scelta del posto per accogliere i ministri e parlare di crisi. Operai e manifestanti, esasperati, hanno esagerato. Se ne sono resi conto: poi hanno chiesto scusa. Il bilancio è comunque molto positivo. Siamo riusciti a coniugare il diritto di manifestare con quello dei cittadini di potersi muovere e spostare liberamente senza dover chiudere una città. Merito dei nostri uomini, pronti al dialogo, e delle organizzazioni sindacali che, a parte poche eccezioni, hanno mostrato grande maturità».
Pregio e difetti di Cagliari e dei cagliaritani?
«Ho trovato una grande sinergia tra le istituzioni. Prefettura, Questura, Comuni, Provincia, Regione e le altre forze dell'ordine ottengono risultati grazie alla collaborazione. Difetti? Nessuno in particolare. Forse la Sardegna dovrebbe affrontare i propri problemi senza pensare che siano staccati dal “sistema Italia”».
I sindacati si polizia denunciano carenza di uomini e mezzi. È d'accordo?
«L'organico della Polizia è carente: questo è vero. Ma un'attenta organizzazione del lavoro, le nuove tecnologie e la sinergia con le altre forze di polizia permettono di sopperire al calo di agenti. La Squadra volante a Cagliari ottiene risultati enormi. I riscontri sul campo sono da primo posto nazionale così come quello dei commissariati. A Cagliari inoltre c'è un vantaggio: la grande collaborazione da parte dei cittadini nel denunciare o nel segnalare episodi di criminalità».
Un'operazione di cui va fiero?
«Sono soddisfatto dei diversi interventi fatti contro il traffico della droga, con arresti e sequestri in quartieri dove il fenomeno esiste. In questi rioni, non bisogna dimenticarlo, la maggior parte dei residenti sono persone oneste ed è giusto aiutarle».
Capitolo stadio Is Arenas?
«È il mio cruccio: andare via senza un risultato definitivo per la questione stadio a Cagliari. I tifosi rossoblù e la società rappresentano un'intera regione e meritano un impianto di primo livello, non uno per “partite scapoli-ammogliati”. Nel caso di Is Arenas è mancato davvero poco al traguardo. Qualche presa di posizione di troppo, non solo di Massimo Cellino che reputo un grande presidente, aver fissato delle date illudendo i tifosi e l'intervento di Coni e Lega, non hanno aiutato. La vicenda giudiziaria poi ha irrigidito tutte le posizioni».
Ora c'è il Sant'Elia.
«Spero che non si perda anche questa sfida. Non bisogna però mettere scadenze. È necessario seguire passo per passo i lavori affinché vengano rispettate tutte le regole per la sicurezza. Mi auguro che i tifosi rossoblù e Cellino possano finalmente avere un impianto degno di questo nome».
Matteo Vercelli