Rassegna Stampa

L'Unione Sarda

Circoli del cinema: il dibattito sì

Fonte: L'Unione Sarda
19 dicembre 2008

Cultura. Dopo gli anni dell'individualismo torna la voglia di vedere i film e discuterli nei club

E la Cineteca sarda cresce: trentamila i suoi titoli

Crescono i circoli del cinema, e gli iscritti alla Cineteca sarda, che però arranca priva di mezzi
DI GIANCARLO GHIRRA
La frase tormentone «il dibattito no» e l'ironia di Fantozzi - Villaggio contro La corazzata Potemkin ha segnato per una lunga fase la crisi dei circoli del cinema e della discussione dei film in cineforum e cineclub. Un'era che a Cagliari e in Sardegna ha visto protagonista la Società Umanitaria di Fabio Masala con la Cineteca sarda e il Cineforum guidato dal gesuita padre Guidubaldi. Per anni la discussione collettiva dei capolavori del cinema italiano e mondiale è stata bandita, ma oggi c'è una ripresa che sembra quasi colmare il vuoto della politica.
ASSOCIAZIONI IN RIPRESA Nei circoli di Arci, Ficc, nelle associazioni cattoliche, il cinema sta tornando a essere non soltanto un momento di svago ma l'occasione per incontri e dibattiti. Giuseppe Pilleri, memoria storica dell'Umanitaria e della Cineteca sarda nata 42 anni fa, nel 1966, racconta dal quartier generale di viale Trieste di un «numero impressionante di prestiti, pubblici, liberi e gratuiti, una miniera di trentamila titoli che ogni giorno vanno ad animare l'educazione degli adulti in tutta la Sardegna».
Lui c'era quando, agli albori degli Anni Settanta, l'attività era frenetica: i circoli del cinema nascevano come funghi in tutti i centri dell'Isola, spesso nelle sezioni del Pci e nelle parrocchie, e gli operatori della Cineteca quasi non riuscivano a tener dietro alla richiesta di pellicole. Allora si utilizzavano soprattutto il proiettore dei film a 16 millimetri, oggi la Cineteca presta per attività culturali soprattutto Vhs e Dvd. «Il nostro catalogo conta trentamila fra film e documentari - spiega Antonello Zanda, direttore del Centro di servizi culturali che unisce Umanitaria e Cineteca - ai quali va aggiunta una biblioteca su audivisivi e mezzi di comunicazione di massa ricca di dodicimila volumi, tremila press book e seimila riviste».
1800 TITOLI SARDI Il fiore all'occhiello della Cineteca sono i 1800 titoli sardi in tutti i formati, dal super8 ai 16 e 35 millimetri, dai Vhs ai Dvd. «È la più ricca dotazione esistente al mondo - sottolinea Zanda - e compete con i 1300 titoli della Digital library. A questo patrimonio si rivolgono ogni giorno tremila iscritti - utenti, talvolta singoli, ma, prevalentemente scuole, circoli del cinema, bliblioteche, Comuni, circoli sardi in Italia e all'estero».
TREMILA PRESTITI E negli ultimi anni il sistema dei prestiti, rafforzato da una convenzione con l'Università dedicata in particolare agli studenti dei corsi di cinema, ha registrato un'impennata che sfiora il boom. Dai 1500 del 2002 gli iscritti alla Cineteca (che concede prestiti liberi e gratuiti ma ben sorvegliati) si sono raddoppiati, passando agli attuali 3000 con una crescita di trecento all'anno. Se si aggiunge anche il settore di libri e riviste, il numero sale a 3500. «È il segnale di una svolta culturale profonda - insiste Giuseppe Pilleri - nel senso che dopo gli anni dell'individualismo, delle videocassette guardate da soli in casa, i giovani riscoprono la dimensione sociale. Non dico che sia il sintomo di un rinnovato impegno politico, ma certo c'è di nuovo la voglia di stare insieme, di discutere proprio mentre le sezioni di partito languono. Il boom dei circoli del cinema è impressionante».
BOOM DEI CIRCOLI Non siamo ai livelli degli Anni Sessanta e Settanta quando in via Tigellio prima e in via Molise poi la Cineteca era presa d'assalto, ma in viale Trieste 118 si susseguono rassegne cinematografiche, dibattiti su libri, incontri di cineamatori. E tutto ciò senza un reale sostegno pubblico, se si pensa che la Regione finanzia ogni anno la Cineteca con appena 200mila euro: quanto (non) basta per tre stipendi da 1.300 euro al mese e un affitto da 45 mila euro l'anno. «Soltanto per la normale gestione, stipendi, affitto, bollette e manutenzioni varie - precisa Zanda - il Centro di servizi culturali costa 230 mila euro. Così, per tirare avanti, organizziamo iniziative che ci consentono almeno di tenere aperti gli uffici. Ecco dunque rassegne organizzate con il Comune di Cagliari e con l'Agenzia regionale, ecco le iniziative sul cinema e gli emigrati».
SERVIZIO PUBBLICO La Cineteca, insomma, vive con le porte aperte a tutti (importantissimi i corsi di formazione sull'uso degli audiovisivi rivolti a studenti e professori) ma arranca. E il potere pubblico, la Regione, non le tende una mano ignorando anche una legge votata dal Consiglio nel 2006 che prevede la nascita di una Fondazione (con la Regione al 51 per cento) incaricata di reggere Cineteca e Biblioteca. Oggi il pericolo si chiama aumento dell'affitto, che scatterà a 60 mila euro a metà 2009. «È uno stillicidio continuo di costi crescenti - conclude il direttore del centro Antonello Zanda - davanti al quale dobbiamo sforzarci ogni giorno di inventare qualcosa. Eppure nessuno nega che l'importanza dell'Umanitaria e della Cineteca sia legata al tipo di attività, fondata sul contatto con le persone che nessun supporto ditigale ti potrà mai dare. Qui i giovani, gli insegnanti, gli amministratori comunali entrano, chiedono un consiglio, un sostegno, un supporto. Non basta avere biblioteche per avere lettori, non basta avere immagini per promuovere la cultura cinematografica».
RISCHIO STRANGOLAMENTO Il rischio è insomma quello dello strangolamento di un centro culturale d'avanguardia in Italia e anche nella federazione internazionale Fiaf. «Questo patrimonio va difeso a tutti i costi - dice Romano Widmar, dirigente Fedic - perché la Cineteca è la custode della memoria cinematografica dell'Isola. Per noi cineamatori della Fedic, nati in Sardegna già nel 1949, è anche il luogo nel quale abbiamo realizzato nelle scorse settimane la rassegna di cortometraggi prodotte dai nostri cineamatori. A partire dal 1953 i soci dei club di Cagliari, Olbia, Sassari, Iglesias, Oristano, Alghero, Assemini (con Arka) Porto Torres, Portoscuso hanno partecipato al concorso di Montecatini, principale vetrina del cinema non professionale in Italia. Alcuni, come Piero Livi, Salvatore Sardu, Benito Castangia, hanno continuato ad operare a livello professionale».

19/12/2008